Basta un lampo di Sergio Oliveira allo scadere del primo tempo: la Roma supera di misura il Vitesse nel primo round degli ottavi di Conference League. Vittoria fondamentale per i ragazzi di Mourinho, la terza consecutiva (sempre 1-0) tra campionato e coppa.
Permettete la digressione iniziale. Il terreno di gioco del GelreDome di Arnhem non può ospitare partite a livello di competizione europea ma forse neanche della stessa Eredivisie.
Mourinho ha dovuto ponderare le scelte anche in virtù di questo fattore: per calciatori come Smalling e Pellegrini (entrati a gara in corso) poteva diventare una trappola, visto che spesso ricorrono in infortuni muscolari. Ma, in generale, il tecnico giallorosso in questo momento non si può permettere di perdere uomini chiave in vista del finale di stagione.
Ci si chiede come sia possibile che la UEFA abbia potuto autorizzare la disputa della partita su un terreno in queste condizioni disastrose, ai limiti della praticabilità. Va bene che si tratta di Conference League, ma almeno i campi sono da tenere in condizioni discrete. Non un bello spot a livello di immagine.
Soprattutto nel primo tempo i calciatori giallorossi sono andati incontro a numerose difficoltà, scivolando spesso e non riuscendo a tenere le redini del gioco. La situazione non è andata meglio nel corso della ripresa ma la Roma è riuscita a tenere botta.
Le condizioni del campo hanno inciso nell’idea di gioco della Roma. Il Vitesse, sicuramente meglio adattato alle buche del GelreDome, ha avuto il pieno controllo del possesso palla ed ha tenuto in scacco i giallorossi per quasi tutta la durata del primo tempo. Il campanello d’allarme per Mancini e soci è arrivato con il grave errore di impostazione di Rui Patricio ma con Openda che lo ha graziato, calciando altissimo da zero metri.
Da quel momento, la Roma è venuta fuori con più coraggio ed è stata cinica nello sfruttare la grande occasione. Il tiro di Abraham con il miracolo di Houwen (non ravvisato dall’arbitro) è stato il preludio al gol di Sergio Oliveira, arrivato sul gong dell’unico minuto di recupero assegnato dall’arbitro. Bella la realizzazione del portoghese con un sinistro di prima intenzione a fulminare il portiere dopo il tocco di Zaniolo.
Nella ripresa il copione non è cambiato più di tanto ma Rui Patricio non ha corso particolari brividi. La difesa giallorossa – guidata da un Kumbulla sempre più in grande crescita – ha tenuto botta, nonostante qualche patema. L’occasioni in attacco hanno latitato ma Abraham ha avuto la sua chance, sbattendo ancora una volta su Houwen. Nel finale l’espulsione di Oliveira (croce e delizia di giornata) ha regalato l’ultimo quarto d’ora con il cuore in gola per i tifosi giallorossi ma alla fine l’1-0 finale rimane.
Un successo fondamentale – senza subire reti – in vista del ritorno. Tra 7 giorni allo stadio Olimpico, la squadra di Mourinho dovrà chiudere i conti per volare ai quarti di finale della Conference League.
Dopo l’intervallo, Josè Mourinho ha mandato un chiaro ed inequivocabile segnale: fuori dal campo Maitland-Niles, Veretout e Vina, assenti ingiustificati nel primo tempo. Al loro posto lo Special One ha preferito Cristante, El Shaarawy e Karsdorp, rinunciando così alla possibilità di dare respiro a qualche elemento, soprattutto al terzino olandese ed il centrocampista azzurro.
Se per il primo l’adattamento in Italia e con la causa giallorossa non è ancora riuscito, il rendimento degli ultimi due è inspiegabile. Dopo un buon avvio di campionato, il francese e l’uruguaiano si sono arenati strada facendo: il rispettivo rendimento è crollato col passare delle partite, deludendo così le aspettative del tecnico portoghese.
Maitland-Niles è arrivato in prestito dall’Arsenal: salvo colpi di scena, a giugno potrebbe far rientro alla base. Invece per Veretout aumenta sempre di più la possibilità di una cessione in estate con il Tottenham alla ricerca da tempo. Infine per Vina, alla prima annata in Italia, il futuro potrebbe essere un rebus: dipenderà molto da quello che accadrà da qui alla fine della stagione.
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