Voyager 2 nello spazio interstellare: primi dati inediti

La Voyager 2 ha varcato i confini del Sistema Solare, come la gemella Voyager 1. I dati raccolti sullo spazio interstellare sorprendono la Nasa

La Voyager 2 ha varcato i confini del Sistema Solare. Lanciata il 20 agosto 1977 e in viaggio ormai da 42 anni, la Voyager 2 ha fatto il grande salto al di fuori del Sistema Solare quando si trovava a una distanza 119 volte superiore a quella che separa la Terra dal Sole, vale a dire circa 18 miliardi di chilometri.

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Soltanto adesso, però, l’analisi dei primi dati inviati dalla sonda permette di ricostruire l’ambiente mai visto che la Voyager 2 sta esplorando. I risultati delle prime analisi sono pubblicati da California Institute of Technology (Caltech)Massachusetts Institute of Technology (Mit)Università dell’Iowa, Centro Goddard della Nasa e Johns Hopkins University.

Ai confini del Sistema Solare c’è un punto in cui il vento di particelle proveniente dalla nostra stella incontra il vento interstellare: E’ soltanto una delle novità che gli strumenti della sonda hanno rilevato, pubblicate in cinque articoli sulla rivista Nature Astronomy.

Dati inediti

Tre degli articoli sono concordi nell’indicare nel 5 novembre 2018 la data precisa in cui la Voyager 2 è entrata nello spazio interstellare. A sorpresa, i nuovi dati non coincidono con quelli della sua sonda gemella, la Voyager 1 che ha lasciato il Sistema Solare prima di lei, nell’agosto 2012 e che continua a inviare dati, nonostante i danni riportati allo strumento per la rilevazione del plasma, lo stato della materia costituito da un gas di atomi ed elettroni liberi che si trova anche nello spazio interstellare. La differenza, secondo gli esperti, potrebbe essere dovuta al fatto che i due veicoli hanno seguito traiettorie diverse o alle variazioni nell’attività del Sole.

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Una delle differenze riguarda la zona al confine tra il Sistema Solare e lo spazio interstellare, chiamata “eliopausa”: secondo i dati della Voyager 2 è molto sottile, quasi schiacciata da un forte campo magnetico interstellare; sarebbe inoltre molto più calda del previsto e soggetta a variazioni. I dati della Voyager 2 indicano inoltre l’esistenza di una zona nella quale il vento solare interagisce con quello interstellare. L’avventura è appena iniziata e le domande sulla natura dello spazio interstellare sono tutte aperte; solo nuovi dati dalle due sonde potranno dare delle risposte.

Redazione ZON

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