Zara adotta una nuova politica, il colosso della moda spagnola farà pagare una commissione a quei clienti che effettueranno il reso di un prodotto acquistato online attraverso i punti di consegna non che appartengono al marchio ma che sono gestiti da terze parti (ad esempio alla posta). La nuova politica al momento non sarà adottata ovunque, la regola per il momento vale solo per il Regno Unito.
La spesa ammonta a 1,95 sterline (pari a 2,29 euro), che viene detratta direttamente dall’importo del rimborso. Il gruppo ha però specificato che i capi che verranno restituiti presso i negozi Zara rimarranno gratuiti.
Per un’azienda un ingente numero di restituzioni da parte dei clienti può avere un grosso peso sulle finanze. Gli analisti di ReBound, società che si occupa appunto di resi per l’e-commerce, hanno stimato che un articolo di moda su tre acquistati viene rispedito indietro.
Tra la clientela, però, la notizia non è stata presa bene e sui social sono iniziate le prime polemiche e i commenti negativi rivolti a Zara. Seppure pochi, qualche utente su Twitter ha però colto anche il vantaggio sostenibile a livello ambientale della questione: evitare che i prodotti facciano inutilmente due viaggi (per arrivare al compratore e per tornare nel magazzino dell’azienda) permette di risparmiare emissioni di CO2.
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