Zehra Doğan, a Brescia in mostra le Opere dalle carceri turche

La Fondazione Brescia Musei e il Comune di Brescia aprono la mostra personale di Zehra Doğan, dal 16 novembre al 6 gennaio. Racconterà la sua esperienza nelle carceri turche

Dal 16 novembre al 6 gennaio, la Fondazione Brescia Musei e il Comune ospiteranno la personale di Zehra Doğan.

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Lei è fondatrice dell’agenzia giornalistica femminista curda “Jinha” ed è un’ativista femmnista e una dei primi giornalisti internazionali ad aver raccolto testimonianze di donne Yazide scampate all’ISIS.

Questo primo progetto curatoriale narrerà della sua esperienza nelle carceri turche, a Mardin, Diyarbakir e Tarso. Il motivo della sua detenzione era una propaganda su Twitter di una sua opera tratta dalla foto di un soldato.

L’immagine ritraeva la città di Nusaybin, distrutta dall’esercito del paese con le bandiere sventolanti, e i carri armati diventati scorpioni.

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La mostra di Zehra Doğan, intitolata Avremo anche giorni migliori – Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche, è inscritta nel Festival della Pace, al quale prenderà parte.

La sua arte è una commistione della sua vita personale e delle vicissitudini politiche, e viene messa in luce la sua complessità, ma anche la sua poesia e tutte le installazioni e i supporti tecnologici. 

Un percorso, voluto da Elettra Stamboulis, composto da 60 opere inedite come disegni, dipinti e altri lavori che parlano del suo periodo di galera. Oltre all’arte grafica, anche le pagine del suo diario, in cui Zehra Doğan parla di artisti che hanno manifestato il loro dissenso senza conseguenze, e altri che non si sono espressi.

Questo percorso è dedicato all’urgenza del raccontare, anche attraverso oggetti fragili e di uso comune, come carta, stagnole, pacchetti di sigarette o frammenti di tessuto. Questi sono stati creati con caffè, alimenti e sangue mestruale, oltre che con pastelli e inchistri.

Una prima sezione è dedicata all’apparente casualità delle macchie, che devono simboleggiare la figura umana e dei particolari fisici come occhi, mani e caratteristiche femminili. 

Questa mostra annovera anche iniziative parallele per scuole e famiglie, come la mostra dedicata a Hevrin Khalaf. 

Redazione ZON

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