11 Marzo 2015 - 19:06

Notizie bufala, Google studia il rimedio

notizie bufala

Alcuni sviluppatori dell’azienda di Mountain View lanciano la proposta: con un semplice algoritmo il motore di ricerca potrebbe declassare le notizie bufala

[ads1]

Internet, fonte pressoché illimitata d’informazioni e notizie. Il vero problema risiede nel fatto che ormai tutti hanno accesso al web e, di conseguenza, la possibilità di veicolare news false e totalmente prive di fondamento, quelle che in gergo vengono chiamate notizie bufala. Chiunque di noi avrà letto una notizia virale, poi rivelatasi infondata. Esistono sostanzialmente due tipi notizie bufala: quelle inoffensive, volte semplicemente a suscitare clamore nell’opinione pubblica (ad esempio, sovente ci troviamo di fronte alla falsa notizia della dipartita di persone famose) e quelle con fini truffaldini, che mirano ad aggirare i più ingenui, come i concorsi per ottenere buoni spesa di svariate centinaia di euro in rinomati store di abbigliamento.

Ciò è reso possibile dall’attuale sistema utilizzato da Google per indicizzare lenotizie bufala pagine, basato sulla popolarità: quando cerchiamo qualcosa attraverso il motore di ricerca, questo ci fornisce i risultati ordinati in base a numero di visualizzazioni e di citazioni, ovvero quante volte la pagina viene linkata da altri siti. Se ne conviene che, con questo metodo, anche le notizie bufala possono arrivare a ottenere un ranking alto, classificandosi nei primi posti dei risultati di ricerca, e venendo erroneamente considerate come attendibili.

Gli sviluppatori si sono resi conto che la debolezza dell’attuale sistema SEO (Search Engine Optimization) risiede in una eccessiva dipendenza dalle parole chiave (keywords) e dai links che la pagina indicizzata riceve da altri siti con elevata reputazione. L’ambizione dei tecnici di Google è quella di mettere a punto un algoritmo anti-bufala che s’incentri non sulla popolarità, bensì sull’attendibilità della notizia.

Questo nuovo sistema in via di sviluppo, anziché essere link building come il SEO, ovvero basato su una reputazione creata tramite links, permetterebbe di calcolare il numero di notizie false riportate in una pagina. Per valutare l’attendibilità della notizia il sistema utilizza Knowledge Vault, un enorme archivio di fatti giornalmente ricercati tramite motore di ricerca e, una volta analizzati, assegna a ognuno di essi un valore di verità.

Bisogna dire che già Facebook ha recentemente dichiarato guerra alle notizie bufala: dallo scorso gennaio, infatti, il social di Zuckerberg ha implementato la possibilità di segnalare una notizia come inattendibile. Strumento che, a pensarci bene, può anche essere utilizzato impropriamente per danneggiare il lavoro altrui.

Se da un lato questi tentativi di contrastare l’avanzata del fake contribuiranno a far diminuire il sempre più infastidente rumore di fondo del web, dall’altro andrà ingiustamente a colpire pagine come Lercio.it che fanno delle notizie bufala e della satira il proprio punto di forza.

[ads2]