Se il 5 maggio 2002 segna un giorno felice per i tifosi della Juventus, non si può dire lo stesso per il 14 maggio 2000.
In quel giorno di inizio del nuovo millennio, i bianconeri, allora allenati da Carlo Ancelotti, sembravano destinati a festeggiare la vittoria di un campionato dalle tante polemiche per via di alcune questioni arbitrali e si presentava a Perugia per completare l’opera. Dietro di 2 punti c’era la Lazio e speranzosa di un avvenimento magico dal Renato Curi ma al contempo con possibilità molto ridotta. I biancocelesti di Sven Goran Eriksson, nell’anno del Centenario, videro molto vicino quel titolo che sfumò l’anno precedente, sempre all’ultima giornata ma per mano del Milan di Alberto Zaccheroni.
All’Olimpico non c’è praticamente storia contro la Reggina già salva: dopo 45 minuti la pratica è archiviata con le reti di Juan Sebastian Veron e Simone Inzaghi. Invece al “Curi” non si schioda il punteggio di parità e pertanto la classifica recita: Juventus 72, Lazio 72.
La svolta arriva durante l’intervallo: a Perugia si scatena un violento nubifragio che impedisce alle due squadre di ritornare in campo per oltre 80 minuti e disputare il secondo tempo in contemporanea con quello di Lazio-Reggina. Collina, in completo disagio per la situazione creatasi, chiede di attendere quanto più possibile per evitare il rinvio, nonostante le proteste della Juve che reclamava il proseguimento del match in altra data. Nel frattempo, la Lazio – vista la mancanza di contemporaneità per forza maggiore – continua a giocare e chiude il match sul 3-0 (terza rete di Simeone), rimanendo così in bilico e con l’orecchio alla radiolina per ascoltare quello che accade a Perugia.
E quello che accade al “Curi” segna la storia del campionato 1999-2000: il match riprende e dopo 4 minuti Alessandro Calori raccoglie una respinta corta della difesa bianconera sugli sviluppi di un calcio punizione e punisce impietosamente Van der Sar. Si tratta di un secondo nubifragio quello che si abbatte sulla Juventus, mentre l’Olimpico esplode alla notizia del vantaggio perugino.
I bianconeri sono incapaci di reagire e alle 18:06 del 14 maggio, Collina di Viareggio decreta la fine del campionato con il triplice fischio di Perugia-Juventus che termina 1-0 per la squadra di Carlo Mazzone (romanista doc) e regala lo Scudetto alla Lazio di Sergio Cragnotti, il quale sobbalza dalla sua poltrona d’onore dell’Olimpico per festeggiare un traguardo impensabile a 90′ dal termine.
La Lazio vinse così il suo secondo Scudetto mentre la Juventus fu costretta a mangiarsi le mani per quel nubifragio costato un titolo. I bianconeri si riprenderanno la scena soltanto due anni dopo, ironia della sorte grazie ai biancocelesti ed il 5 maggio fatale all’Inter.
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