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23 marzo 1980, oggi ricorre il quarantesimo anniversario dallo scandalo Totonero. Una pagina nera del calcio italiano che vide protagonista alcune squadre di Serie A, per aver combinato alcune partite a scopo di lucro. La Guardia di Finanza arrestò 11 calciatori in “diretta” oltre un presidente.
Massimo Cruciani, un tifoso romanista che seguiva con interesse il calcio, conosceva il Totocalcio (diventato Totonero all’occorrenza) e la possibilità che garantiva. Era un commerciante di ortofrutta e riforniva il ristorante di Trinca, che aveva la possibilità di presentargli molti calciatori. La prima partita che tentarono di combinare fu un amichevole: Palermo-Lazio del 1979. La partita sarebbe dovuta terminare con un pareggio e così fu, ma con qualche intoppo: i biancocelesti si presentarono in ritardo e l’arbitro stufo non aspettò. Ovviamente le vincite vennero annullate.
Tricca e Cruciani truccarono con successo Milan-Lazio grazie all’aiuto del presidente dei rossoneri Felice Colombo e dei giocatori Enrico Albertosi, Giorgio Morini (Milan), Bruno Giordano, Lionello Manfredonia, Massimo Cacciatori e “Pino” Wilson (Lazio).
Alcune partite però non seguirono i piai stabiliti e i due fecero denuncia alla Procura di Roma, facendo i nomi di presidenti e giocatori. Trinca fu arrestato il 9 marzo, Cruciani si costituì il 12. La svolta ci fu il 23 marzo del 1980, quando negli stadi fece irruzione la Guardia di Finanza.
Al termine delle rispettive partite furono arrestati i calciatori Giordano, Manfredonia, Wilson, Cacciatori (Lazio), Albertosi, Morini (Milan), Mauro Della Martira, Luciano Zecchini (Perugia), Stefano Pellegrini (Avellino), Sergio Girardi (Genoa) e Guido Magherini (Palermo), oltre al presidente del Milan, Colombo. I calciatori Claudio Merlo (Lecce) e Gianfranco Casarsa (Perugia), anche loro raggiunti da ordini di cattura, si costituirono in brevissimo tempo. Nei giorni seguenti seguirono ordini di comparizioni anche per altri calciatori, tra questi Paolo Rossi.
Il processo iniziò il 13 giugno, ma senza portare risultati sperati. La Giustizia Sportiva fu molto più veloce sotto accusa partite della Serie A 1979-80 come Milan-Lazio, Lazio-Avellino, Bologna-Avellino, Avellino-Perugia, Bologna-Juventus e Milan-Napoli.
Milan e Lazio furono retrocesse in Serie B e il presidente Colombo radiato. Cinque punti di penalizzazione (da scontare nella stagione 1980-81) ad Avellino, Perugia, Bologna (Serie A), Palermo e Taranto (Serie B), mentre Juventus, Napoli e Pescara furono assolte. Furono squalificati anche altri dirigenti e alcuni calciatori.
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