7° Arte: #10 La Vita è Meravigliosa – Nessuno ha mai fallito
Nel 1946, diretto da Frank Capra, usciva “La Vita è Meravigliosa” (It’s A Wonderful Life). Ispirato dal racconto “The Greatest Gift” di Philip Van Doren Stern. Uno dei film più importanti della storia cinematografica per il suo ottimismo e il suo inno alla vita
Ogni essere umano, in un momento non sempre preciso della propria vita, si sente fallito. A nulla servono i risultati conseguiti, i sogni realizzati, i piccoli averi di ogni giorno. Neppure la neve che scende e fiocca alla vigilia del Natale rallegra l’animo.
Siamo portati a soffrire e a farci del male da soli. Chi per un motivo chi per un altro. La Vita è Meravigliosa è un inno a ogni essere umano, gridando al mondo che nessun uomo è un fallito.
Questione di punti di vista
George Bailey è un fiero cittadino americano della limitata e provinciale Bedford Falls. Ha grandi sogni ambiziosi e deliziosi, e la vita sembra essere pronta a spianargli la strada verso la felicità e la gloria.
Ma ciò con cui ogni uomo deve avere a che fare nella propria vita è il destino. Gli imprevisti, i tumulti, i sacrifici. George Bailey è un uomo leale e corretto. Lo dimostra fin dalle prime sequenze dove salva il fratellino Harry dall’annegare in un lago ghiacciato. Lo conferma perdonando e aiutando il suo datore di lavoro, il farmacista Gower, sventando quello che sarebbe potuto diventare un involontario quanto drastico omicidio.
Lo consacra la sua storia d’amore con la bella e intelligente Mary, dalla quale avrà quattro bellissimi bambini. George Bailey diventerà uno degli uomini più influenti di Bedford Falls, nonostante i tanti tarli della sua esistenza.
Ma come farà George a capire che la sua vita è meravigliosa? Solo perdendola, solo perdendo se stesso.
Questione di punti di vista, perché La Vita è Meravigliosa rivoluziona la tecnica narrativa fornendoci prima un’analessi e poi un Mise en Abyme. Un escamotage narrativo originale e funzionale che mette al centro di tutto la valenza di ogni singola vita. Basta osservarla dal punto di vista giusto.
La neve e il sangue non si asciugano mai
Se andate a leggere un mero idenkit del film La Vita è Meravigliosa troverete al suo fianco la parola commedia. Eppure, una volta presa visione della pellicola, vi inizierete a domandare quando si potrà ridere.
Frank Capra riesce a far convivere il drama con il comedy come nessun altro era riuscito prima. Forse solo Chaplin. Ogni singolo evento di George diventa un piccolo ingranaggio dell’immenso meccanismo del suo dolore.
Una vita segnata dalle rinuncie e votata al sacrifico. Il tutto per ciò che è giusto, per un uomo buono, forse troppo. Questo troppo porterà George a versare la lacrima fatale che farà traboccare il vaso di ogni sua stabilità. Disprezzare la vita, disprezzare se stessi e ciò che si ama, disprezzare di aver vissuto.
Ma la bellezza della neve che cade nella vigilia del Natale non si asciuga mai. Perché ciò che di buono è stato fatto prima o poi tornerà al mittente. Il tempo è galantuomo ma è anche garante degli effetti-farfalla.
Lo stesso discorso vale per il sangue, quello versato per la seconda guerra mondiale. Il film è stato distribuito nel 1946, appena dopo le conclusioni della vicenda bellica che come nessun’altra ha segnato la storia dell’umanità. Quel sangue che lascia cicatrici, quelle vite che si spezzano, e che La Vita è Meravigliosa omaggia. Ogni singola vita ha la sua importanza, e nessun uomo potrà mai definirsi fallito.
“Strano, vero? La vita di un uomo è legata a tante altre vite. E quando quest’uomo non esiste, lascia un vuotO”.
Capra spegne il suo film, la storia lo riaccende
La Vita è Meravigliosa è una pellicola in bianco e nero per volere del proprio regista Capra. Ne furono infatti apprezzati enormemente la fotografia e il montaggio per un film che si distinse sia per il messaggio fortemente ottimista ma anche per abilità tecniche.
Nonostante il volere del regista, nel 1988 fu distribuita la versione a colori del film, una versione fortemente denunciata dallo stesso Capra, che ne evidenziava la snaturalizzazione dell’atmosfera.
Ma il perché della rivisitazione è presto detto. La Vita è Meravigliosa ha, come pochi altri film, segnato il cinema e l’immaginario collettivo. Soprattutto per il suo finale, dove il punto di vista del protagonista cambia insieme a quello dello spettatore, unendoli all’unisono per scorgere la bellezza della neve di fronte alla finestra, fino a pochi minuti prima disprezzata.
I film Mr. Destiny e The Family Man ne condividono l’aspetto narrativo, così come altre pellicole di successo del calibro di Pulp Fiction o Una settimana da Dio ne fanno diversi omaggi.
Per capire a fondo una storia, a volte, è necessario mettere a fuoco il miglior punto di vista possibile.
Così come per la vita: è questione di prospettiva. E ciò che un attimo prima senza privo di rilievo si trasforma nella bellezza più rara. Perché ogni sacrificio ha uno scopo e ogni perdita ha un ritorno in ogni singola vita.
Un film considerato eccessivamente ottimista. Tant’è che è diventato un cult natalizio, sia per il buono animo che trasmette che per il periodo natalizio in cui è ambientato nelle vicende focali.
Ma un film che, nonostante il suo bianco e nero, accende i colori della vita, facendoli brillare sotto il giusto punto di vista.
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