I 78 anni di Ridley Scott
Compie oggi 78 anni Ridley Scott, il regista più visionario di Hollywood, l’uomo che, grazie al suo genio, ha portato sugli schermi capolavori come Alien e Blade Runner, spaziando però anche in campi diversi come nel caso de “Il Gladiatore” e “Black Hawk Down”
[ads1] Tra gli addetti ai lavori, è considerato uno dei registi più versatili di Hollywood, un uomo con una cura maniacale per le immagini e tra i più severi nel campo della fotografia. Inglese, nato a South Shields, ma privo di quella freddezza e charme che caratterizza i britannici, Ridley Scott ha saputo girare film egregi di tipologie molto diverse, spaziando dal cyberpunk alla fantascienza, passando per la commedia e per il film di guerra, e sempre con ottimi risultati.
Il suo debutto risale al 1979, quando ricevette i finanziamenti per dirigere il suo primo film, I duellanti, nel quale diresse peraltro due mostri sacri del cinema hollywoodiano come Harvey Keitel e Keith Carradine, ma all’epoca Ridley Scott era già conosciuto in patria per aver fatto lo scenografo e il regista di telefilm in Inghilterra, al servizio della BBC.
Il film lo fece notare al Festival di Cannes, dove peraltro Scott incontrò Roberto Rossellini che presiedeva la regia, e di qui per Ridley iniziò una carriera straordinaria, che lo portò a dirigere due dei più importanti film di fantascienza del XX secolo: Blade Runner e Alien.
Blade Runner è oggi considerato un capolavoro perché esso riesce a rendere appieno il fascino cyberpunk descritto da Philip K. Dick nel suo “Do the androids dream of Electric Sheep?” (Il cacciatore di androidi), ma poi perché esso porta sullo schermo, per la prima volta nella storia, il problema della consapevolezza della morte in esseri, di fatto, artificiali.
Il monologo finale di Roy Batty in Blade Runner, peraltro modificato unilateralmente da Rutger Hauer, che vi aggiunse quel “E’ tempo di morire” che rese eterna quella scena, è in effetti la parte che ha rivoluzionato la fantascienza, perché se in passato l’androide dei film sci-fi era inteso unicamente in termini fisici (ossia un essere sintetico che si differenziava dagli umani fatti di carne), con il film di Scott si inizia ad intendere il replicante come pari in tutto all’uomo, quindi anche con la sua capacità di amare, soffrire e temere la morte.
Quella scena, che peraltro inizia con la celeberrima frase: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…” è entrata nell’immaginario collettivo anche perché tale fu la partecipazione dello staff che girava attorno a Ridley Scott che alcuni piansero per l’emozione.
Decisamente diverso, ma altrettanto eccezionale, è stato il contributo di Scott alla fantascienza classica con la saga di Alien: qui il diverso è un alieno mostruoso proveniente da un pianeta lontano, e giunto a bordo dell’astronave Nostromo a causa dell’avidità umana: avidità che porta gli umani a perire uno dopo l’altro, cacciati come reietti dalla creatura, e la sola Ellen Ripley a sopravvivere.
Alien è divenuto un brand e forse per Ridley Scott anche il film che più gli ha consentito di spaziare con la fantasia nel tentativo di raccontarne la storia: non è un mistero, infatti, che il regista abbia ripreso in mano la vicenda di Ripley e del Nostromo raccontando come lo xenomorfo di Alien sia giunto a bordo del Nostromo, con i belli ma criticati Prometheus e Prometheus II che uscirà nel 2016.
Oggi Ridley Scott compie 78 anni ma come sembra, non ha intenzione di fermarsi, e noi che siamo suoi fan ci auguriamo ancora tanti anni di una grande carriera: sì perché, come abbiamo detto all’inizio, Scott è uno che non delude mai e i film belli legati al suo nome sono veramente tanti.
Forse talvolta si fa prendere la mano, e allora qualche errore storico come ne appaiono ne “Il Gladiatore” inevitabilmente compare, ma in quasi tutti i casi la sua abilità non ce lo fa notare, e il trasporto emotivo dei suoi film ci tiene attaccati alla poltrona per ammirare altri particolari.
Auguri dunque ad un grande maestro!
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