Sri Lanka, Pasqua di sangue: 6 esplosioni hanno colpito il Paese
Attentato in Sri Lanka, sei esplosioni simultanee in tre chiese e in tre alberghi hanno provocato almeno 156 morti e 400 feriti
Una Pasqua tragica quella di questa mattina, 21 Aprile, in Sri Lanka. Sei esplosioni simultanee sono avvenute alle 9 circa (le 6 in Italia) ed hanno sconvolto le celebrazioni cristiane delle comunità cristiane del luogo. Le informazioni che arrivano sono ancora piuttosto disordinate, non è ancora chiaro cosa le abbia causate e si ci aspetta che il numero dei morti possa salire ancora.
Una delle Chiese colpite, dove è esploso il primo ordigno, è il santuario di Sant’Antonio a Colombo, capitale del paese. Un’altra si trova a Negombo, una città sulla costa poco a nord di Colombo, mentre la terza si trova nella città di Batticaloa, sulla costa orientale dello Sri Lanka.
I tre alberghi- lo Shangri Hotel, il Cinnamon Grand e il Kingsburry Hotel- sono tutti hotel di lusso nel Colombo. Fonti ospedaliere locali parlano di 156 morti, di cui almeno 35 stranieri mentre, secondo i media locali e internazionali, i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni, sarebbero oltre 500.
Lo Sri Lanka, per decenni, è stato martoriato da una guerra civile, combattuta con i separatisti Tamil, terminata nel 2009. Ma il capo della polizia del Paese aveva emanato un’allerta a livello nazionale 10 giorni fa segnalando il rischio di attentati kamikaze.
I servizi di Intelligence stranieri avevano segnalato rischi legati al gruppo radicale islamico National Thowheeth Jamàath. L’attacco alle Chiese forse poteva essere evitato. Dopo le diverse esplosioni la polizia ha immediatamente evacuato diverse chiese, centri commerciali e cancellato vari eventi al fine di scongiurare ulteriori attacchi.
“Condanniamo fermamente i codardi attacchi di oggi al nostro popolo. Invito tutti gli Sri Lankani a rimanere uniti e forti in questo tragico momento. Vi prego di evitare di creder a documenti non verificati e di evitare le speculazioni“. Queste su Twitter sono le parole del primo ministro Ranil Wickremesinghe che ha convocato una riunione d’emergenza del consiglio di sicurezza nazionale.
La Farnesina ha confermato al Corriere che l’Unità di crisi è a al lavoro per verificare l’eventuale presenza di italiani.
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