Italia, quanto durerà ancora la tregua sullo spread?
Per ora, i Bund tedeschi decidono di non premere sull’acceleratore. Ma il quadro sullo spread potrebbe cambiare da un momento all’altro
Dai picchi di fine Maggio, si è avuto un miglioramento incredibile dal punto di vista dello spread. L’intesa raggiunta dal Governo italiano con la Commissione Europea per scongiurare la procedura d’infrazione è alla base del netto calo registrato nell’ultimo mese sul fronte spread. Il differenziale tra BTP e Bund, dai picchi sui 300 punti di fine Maggio, ha subito una flessione di quasi 100 punti. Il differenziale tra il debito di Italia e Germania, dunque, continua la sua tregua. Ma quanto durerà quest’ultima?
L’ultimo rapporto Bond Compass SPDR dice che i grandi investitori istituzionali sono tornati a comprare BTP e la domanda per i titoli italiani è vicina ai massimi da 5 anni a questa parte. Forse non si tratta di un vero e proprio ritorno alla normalità, ma è indubbio che si registrino miglioramenti. Lo spread è comunque ben distante da quello di altri Paesi dell’Eurozona.
Naturalmente, l’Italia non è più in regime “rosso” per quanto riguarda il differenziale.
Un rapporto recente di Standard & Poor’s lo conferma: “Nei prossimi anni prevediamo un lento aumento del debito pubblico italiano, accompagnato da un’ulteriore riduzione della leva finanziaria nel settore privato. Riteniamo che l’economia ristagnerà nel 2019 prima di riprendersi l’anno prossimo (0,6%).”
In questo contesto, una nuova crisi è davvero molto improbabile. Il Governo italiano si è duramente confrontato in questi mesi con la Commissione. Prima sulla legge di bilancio 2019 poi sulla correzione messa in atto per scongiurare l’avvio di una procedura di infrazione. Ma il negoziato, spesso molto duro, alla fine ha sempre portato a un compromesso tra le parti.
C’è da star tranquilli.
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