Nel favoloso regno di Campanialot (II)
Ed eccoci al giorno del redde rationem: nel favoloso regno di Campanialot, l’incertezza regnava sovrana
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Lo gnomo Delux, a testa alta nonostante la spada di Damocle brandita dal Muflone Severino e il giudizio dell’Antimuffa che l’aveva addirittura annoverato nel numero degli impresentabili…beh, mi sa che una parola sulla Commissione Antimuffa, non foss’altro che per esigenza di chiarezza, vada spesa. Ebbene, dovete sapere che nel favoloso regno di Campanialot, se c’era una sostanza che proprio non si sopportava, questa era la muffa. Ciò, ovviamente, in teoria. In pratica invece, poiché la casta dei Politicaliot aveva da secoli perso l’abitudine di andare tra la gente e quindi se ne stava rintanata nelle nervature della terra, tra le pieghe delle nuvole, nell’incavo dei tronchi (ognuno, insomma, nel loculo più affine alla propria specie), proprio per questo motivo, quindi, lo gnomo Delux, il folletto Kakkoro, la fata CiacciamBeppino e tutti gli altri Politicaliot del favoloso regno di Campanialot, non potevano fare a meno di ospitare sul cappello, sulle ali e nei capelli turchini, la muffa.
Una cosa, però, era prendere atto di questa deprecabile presenza, un’altra era denunciarla, soprattutto quando la denuncia proveniva dalla Commissione Antimuffa e, per giunta, fosse sporta a pochissimi giorni dall’elezione.
Nonostante l’imputazione per crimine letterario e l’accusa di muffoso, però, lo gnomo Delux era fiducioso circa l’esito elettorale. Analogamente, a ben vedere, al folletto Kakkoro e alla fata CicciamBeppino.
La mattina successiva, il verdetto. Lo gnomo Delux, che in tutta la campagna elettorale continuava ad attingere a sostantivi e aggettivi come “miracolo“, “straordinario” e via di questo passo, davvero era riuscito nell’impensabile fino a qualche mese prima. L’oracolo della Montagna dell’Urna Sventrata, d’altronde, non dava adito a fraintendimenti: lo gnomo Delux, con il 41,15% dei voti, aveva vinto le elezioni regionali del 2015.
I sostenitori di Delux, non appena avevano avuto presentimento della vittoria imminente, già gongolavano a pensare a quante capocchie di funghi di tutto il favoloso regno di Campanialot (e non solo del regno di Saliernelot) avrebbero spolverato.
Certo, ci sarebbe stato da riflettere sul fatto che moltissime creature di Campanialot, ormai stanche di tutta la muffa che, anche quando non denunciata, attecchiva in ogni angolo del loro regno, avevano rinunciato a recarsi alla Montagna dell’Urna Sventrata per votare. Qualche cinciallegra, al proposito, aveva addirittura cianciato di un’elezione falsata per il forte astensionismo. Ma si sa, le cinciallegre avevano scarso credito presso l’opinione pubblica, e ancor più presso la casta dei Politicaliot del favoloso regno di Campanialot.
Ora, a testa a tal punto alta da fargli addirittura dimenticare di essere pur sempre uno gnomo, Delux, assieme al capo del suo partito, il venticello Renziufffffff, stava cercando una via d’uscita alla sospensione che si frapponeva fra lui e la piena, incontrastata conquista del regno.
Il concilio dei ragni, organo eminente nelle faccende di Governo, era sicuro di poter superare l’impasse governativo: la tela che stava tessendo, infatti, prevedeva la nomina, da parte dello gnomo Delux appena insediato, di un vice. Questi, a sua volta, si sarebbe prestato a governare il regno per il tempo necessario a consentire a Delux di dirimere la questione lanciatagli tra i piedi dal Muflone Severino.
E cosa accadeva, frattanto, nel pur importante cantone di Saliernelot?
Il baccalà Orazio era già da un mese che andava dicendo al fritto misto dei Mercanti e alla colatura di alici di Cetara che per il governo del cantone di Saliernelot, lo gnomo Delux aveva scelto il successore.
E infatti, volendo evitare un altro crimine letterario che potesse provocare le stesse rogne già patite da lui anche al nuovo sindaco, lo gnomo Delux era ricorso (sempre stando alla “voce” di Orazio) a chi non avrebbe potuto incorrere in siffatto reato perché incapace finanche di articolar parola.
Il prescelto, quindi, sarebbe stato nientepopodimeno che suo figlio, lo gnomino Deluxino.
Certo, il baccalà, nel cantone di Saliernelot, aveva un certo credito. Ma, come in ogni specie di creature del favoloso regno di Campanialot, c’era baccalà e baccalà; e Orazio, tra i baccalà (non me ne voglia) era considerato più o meno come la pizza surgelata a Napoli.
In conclusione, al netto delle farneticazioni del baccalà Orazio, così stavano le cose e codeste erano le previsioni nel regno di Campanialot e nel cantone di Saliernelot, alla data del 16 giugno 2015.
Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia.
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