18 agosto 1946 strage di Vergarolla, attentato sulla spiaggia a Pola
Il 18 agosto del 1946 si consumava sulla spiaggia di Pola, precisamente a Vergarolla, la strage contro gli italiani
Oggi si commemora la strage di Vergarolla e le numerose vittime che ne conseguirono, un terzo di queste bambini sotto i 18 anni. La strage viene ricordata come un vile attentato nei confronti degli italiani a causa della contesa del territorio istriano tra la Jugoslavia di Tito e l’Italia.
Il giorno 18 agosto 1946 sulla spiaggia di Vergarolla era previsto lo svolgimento delle tradizionali gare natatorie organizzate della società dei canottieri “Pietas Julia” per la Coppa Scarioni. L’evento aveva lo scopo di rivelare una nota di italianità, tanto che l’evento fu pubblicizzato dal quotidiano “l’Arena di Pola” per reclamare l’evento proprio come una manifestazione italiana.
Da fonti ufficiali a seguito dell’esplosione di 28 mine antisbarco poste ai bordi dell’arenile, per un totale di 9 tonnellate di esplosivo, morirono circa 65 persone, un terzo erano bambini.
Purtroppo sul litorale affollato pare ci siano stati molti più morti rispetto a quelli indicati nella versione ufficiale. Il problema del numero e del riconoscimento delle vittime fu determinato dalla polverizzazione dei cadaveri e dal crollo dell’edificio della Pietas Julia.
Fonti non ufficiali parlano anche di 116 morti e 211 feriti, mentre i soccorsi messi in campo furono notevolmente caotici nell’organizzazione.
Dai volumi dell’inchiesta, conservati negli archivi di Londra, è emerso che erano presenti sull’arenile circa 20 bombe antisommergibile, tre testate di siluro e quattro cariche di tritolo.
La provincia di Pola era l’unica del territorio istriano sotto il controllo militare angloamericano, con popolazione a maggioranza italiana e contraria all’annessione alla Jugoslavia. A Pola inoltre, sotto il controllo angloamericano, era permessa la libertà di espressione dei sentimenti nazionali, manifestazioni politiche pubbliche e la stampa non era controllata dal Partito Comunista Jugoslavo.
In occasione della strage di Vergarolla si ricorda la figura del dottor Geppino Micheletti, che nonostante la grave perdita dei suoi figli di 9 e 6 anni durante l’esplosione, del fratello e della cognata, lavorò ininterrottamente per più 24 ore per salvare vite umane.
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