Vasco Rossi: “Siamo qui” chiude la trilogia che dura da 40 anni
Nel 1981 uscì “Siamo solo noi”, vent’anni più tardi Vasco Rossi presentò “Siamo soli”, e nel 2021 chiude la trilogia con “Siamo qui”
“Eh già, sembrava la fine del mondo ma sono ancora qua“, canta Vasco Rossi in una delle sue canzoni-manifesto e, oggi più che mai, lo può gridare a gran voce. Con una cadenza ventennale, il cantautore di Zocca ha regalato al suo pubblico un inno generazionale a ricordarci che “Siamo qui e siamo vivi“.
Nel 1981 uscì “Siamo solo noi“, quarto album che si apre con il brano omonimo definito da Rolling Stone “la canzone italiana rock del secolo“. Con “Siamo solo noi“, Vasco – all’epoca quasi trentenne – sentì la necessità di imprimere il suo pensiero con un inno generazionale che racconta le paure di chi è stato, come lui, giovane nella seconda metà degli anni ’70.
Vent’anni più tardi uscì “Siamo soli“, il primo singolo estratto dall’album “Stupido hotel” del 2001, che nasce dall’esigenza di raccontare un tema particolarmente attuale: l’incomunicabilità. Una presa di coscienza che porta Vasco a cantare “Siamo qui, non mi senti! Noi parliamo spesso si ma, è così, siamo soli“. Il Rocker di Zocca, nello stesso brano, analizza un altro aspetto: la solitudine.
Durante la pandemia siamo stati costretti a convivere con la solitudine e Vasco, dopo ben venti anni, con il brano “Siamo qui“, racconta le sofferenze, le battaglie, e soprattutto, critica la società odierna che costringe l’uomo a nascondere le sue debolezze per dare maggior credito all’aspetto esteriore. Il cantautore di Zocca chiude la trilogia cantando a gran voce “Siamo qui, soli e delusi, a confondere quello che sei dentro quello che usi“.
ARTICOLO PRECEDENTE
Making plans for Nigel: testo e significato del brano dei XTC
ARTICOLO SUCCESSIVO