Flop Referendum Giustizia, quorum lontanissimo: percentuali al 20%
Meno di un italiano su 4 si è recato alle urne per esprimere la propria preferenza sul Referendum abrogativo dedicato a 5 quesiti a tema Giustizia
Come da pronostico della vigilia, sono stati pochissimi gli italiani recatisi alle urne per il voto sul Referendum Giustizia promosso da Lega e Radicali. Meno di un italiano su 4, infatti, ha espresso la propria preferenza sui cinque quesiti sui quali il Paese era chiamato a decidere.
Uno dei risultati “peggiori” nella storia dei referendum italiani, che tuttavia nel caso degli abrogativi non ha quasi mai raggiunto la percentuale minima per la convalida. Dal 1995 ad oggi, solo il referendum del 2011 su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento ha superato il quorum del 50%.
Come preventivabile una differenza sostanziale di percentuale si è contraddistinta nei comuni coinvolti anche nelle elezioni amministrative: un numero in ogni caso non sufficiente alla convalida.
Voto che dunque non porterà all’abrogazione della legge Severino, né a modifiche per misure cautelari, funzionamento del Csm o valutazione dei magistrati. Un discorso, quello sulla giustizia, che dovrà essere nuovamente riportato in Parlamento: fallito il Referendum, le discussioni torneranno a vertere sulla riforma Cartabia, momentaneamente accantonata in occasione del voto.
E sono molte le voci tra web e testate che sottolineano come la presenza di quesiti su Eutanasia o Cannabis legale avrebbero alzato, e non di poco, le percentuali di votanti.
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