31 Gennaio 2016 - 17:00

Family Day 2016. Il giorno dopo fra 2milioni di dubbi

family day

L’ultimo Family Day mostra la vera opposizione al ddl Cirinnà. Secondo i cattolici il provvedimento deve essere totalmente respinto. Secondo i partecipanti (2 milioni per gli organizzatori, meno di 70mila in base alle foto rese) l’Italia deve seguire un unico pensiero, il loro

[ads1]Nella giornata di ieri è andato in scena, come è ormai solito da diversi anni ogniqualvolta si manifesti l’intenzione di allargare la sfera dei “diritti reali” (investendo il cosiddetto ambito “morale”), il tanto acclamato “Family Day” 2016.

Al pari delle precedenti edizioni, in cui i partecipanti hanno “dettato la linea” su qualsiasi argomento (vedi fecondazione assistita e aborto), anche in questo caso la sfida si è giocata più dal punto di vista mediatico che dei numeri (e dei temi) veri e propri.

Infatti, in linea con chi cerca (pur rappresentando, almeno in questo caso, un’ala minoritaria della popolazione italiana) di dettare la linea a qualunque costo, l’ultima edizione del Family Day ha cercato di evidenziare come una gran parte del nostro Paese non solo è totalmente avversa alla celebre “stepchild adoption” ma anche a tutto l’impianto sulle unioni civili.family day

In questa paradossale situazione, solita quando si parla di libertà altrui (soprattutto quando è coinvolto il mondo cattolico) e temi “eticamente scomodi”, è necessaria un’analisi su due elementi della manifestazione in questione.

Il primo elemento è quello dettato dalla distorsione mediatica: secondo gli organizzatori, al Circo Massimo nella giornata di ieri ci sarebbero state 2milioni di adesioni.

Questo dato (smentito dalle foto, divenute ormai virali, del concerto dei Rolling Stones, 73.000 presenze, e del Family Day) ha messo in evidenza la strategia messa in atto per influenzare il resto della nazione; vista l’effettiva partecipazione (molto scarsa nonostante le aspettative) si è cercato in tutti i modi di evidenziare come una moltitudine di italiani sono totalmente contrarie al ddl Cirinnà.

Il secondo tema è quello inerente l’imposizione di un determinato modo di pensare su un altro (nonostante la realtà, totalmente differente, presente ormai da anni in Italia) in base alla presunta “supremazia” di questo.

L’elemento, ancor più grave rispetto al primo, gioca sostanzialmente su due principi: il totale disprezzo verso qualsiasi tipo di riconoscimento delle coppie conviventi e la “falsa carta” della tematica sulle “madri surrogato” (per nulla mensionata nel ddl in questione).

La domanda che sorge spontanea di fronte a questa situazione, quindi, è: quale, reale, problema sorgerebbe ad allargare la sfera dei diritti verso quelle persone che non godono degli stessi?

A tutto ciò si unisce anche la sfida politica che ha portato alcuni degli organizzatori a lanciare un monito verso i partiti, promotori del ddl Cirinnà, a fare attenzione alle prossime preferenze dei cattolici nelle future elezioni (rimanendo in tema, come erano soliti ricordare i parroci di paese durante il periodo elettorale, le famose “croci su croci”).

Chiaramente agli interrogativi posti non proverrà alcuna risposta ma, in ogni caso, il Family Day di ieri ha lasciato, senza dubbio, la popolazione italiana solamente con 2milioni(questa volta reali) di dubbi.

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