3 Ottobre 2024 - 11:10

Capaccio, corruzione e appalti truccati: arrestato il sindaco Alfieri e altri cinque indagati

Ai 6 indagati risultano contestati a vario titolo i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Gli stessi sono stati sequestrati di un importo superiore ai 543.000 euro

Come riportato da un Comunicato stampa inviato alla Redazione dalla Guardia di Finanza di Salerno, nella mattinata odierna, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali nei confronti di 6 indagati a cui risultano contestati a vario titolo i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, procedendo contestualmente al sequestro, nella forma diretta e per equivalente, di un importo superiore ai 543.000 euro; in particolare, è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di Franco Alfieri, attuale sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno, nonché la custodia domiciliare nei confronti di altri 5 indagati ritenuti responsabili.

Le indagini

Le indagini, condotte congiuntamente dal Gruppo della Guardia di Finanza di Eboli e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, hanno riguardato alcune procedure di affidamento di appalti da parte del comune di Capaccio, relative all’ “intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione” e quelle relative ai “lavori di adeguamento e messa in sicurezza dell’impianto di pubblica illuminazione stradale del comune, comprensivi dell’installazione a LED e sistemi avanzati di regolazione – telegestione e telecontrollo del flusso luminoso”, entrambi appalti del Comune di Capaccio Paestum e aggiudicati ad una specifica società.

Secondo la ricostruzione accusatoria, gli atti sono discesi dalla GIP ma suscettibili di successive ulteriori valutazioni, gli indagati a vario titolo avrebbero turbato con collusioni ed altri mezzi fraudolenti le procedure negoziate volte ad affidare le commesse pubbliche di cui sopra, al fine di garantire ad una specifica società l’aggiudicazione dei lavori.

Secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, fondata essenzialmente su intercettazioni e sugli esiti dell’esame della documentazione, anche informatica, acquisita nel corso di perquisizioni svoltesi il 30 giugno 2024, molto tempo prima dell’ufficiale indizione delle gare di cui sopra, due degli indagati, operando in unità di intenti con un parente di Franco Alfieri e con il suo procuratore e con un socio legale rappresentante della società vincitrice degli appalti , avevano concordato in dettaglio da inserire nel progetto esecutivo comune le future gare, i tempi e i costi dei singoli interventi, nonché la deroga alle tempistiche di pagamento; il tutto al fine di garantire che le stesse gare la suddetta società se le aggiudicasse agli importi.

Proprio questa società, dopo il perfezionamento degli accordi sopra descritti, avrebbe preteso – attraverso uno spregiudicato organismo – il pagamento delle somme dovute prima dell’esecuzione delle opere.

Contestualmente, un altro indagato, operando sempre su mandato del sindaco Alfieri, confezionò il provvedimento in deroga alle tempistiche di pagamento sopra citate, affinché quest’ultima gara si mantenesse nell’alveo della stessa società di cui prima, prevedendo altresì il riconoscimento di ulteriori somme per opere di “spunta”, superiori a quanto indicato, in esecuzione dell’accordo fraudolento, in pagamento della somma già citata di 70.000 euro, col materialmente corrisposto.

Dagli accertamenti svolti, lo stesso indagato si appresterebbe ad assumere la paternità degli importi stabiliti dalla società che avrebbe segnalato l’appalto.

Inoltre, al fine di ottenere dalla Regione Campania, il finanziamento dell’intervento della seconda gara, il comune di Capaccio – con dichiarazione a firma del sindaco Alfieri – aveva falsamente dichiarato che il locale impianto di illuminazione era gestito da una società “in house”, laddove, viceversa, la gestione dello stesso era stata attribuita in concessione alla predetta ATI.

Attesi il ritardo – e la successiva sospensione – dell’erogazione del finanziamento regionale, il comune di Capaccio, su impulso del Sindaco, al fine di garantire alla Società cui finora si è fatto riferimento, il regolare pagamento, aveva approvato una variante migliorativa, del valore netto di € 160.692,66, nell’ambito della procedura relativa all’intervento di adeguamento, ampliamento e efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione comunale – I lotto funzionale”.