23 Gennaio 2025 - 18:17

Romina Falconi: “Dopo Sanremo, torno all’inferno”

Il 13 gennaio ha pubblicato il singolo estemporaneo "Ti saluta questo canto". Una boccata d'ossigeno per Romina Falconi prima di tornare tra le ombre di "Rottincuore"

Romina Falconi

In attesa dell’uscita del suo nuovo album Rottincuore prevista per la primavera di quest’anno, lo scorso 13 gennaio Romina Falconi si è a sorpresa affacciata sulle piattaforme digitali con Ti saluta questo canto, un brano dance-pop estemporaneo che racconta la nascita di una storia d’amore durante il Festival di Sanremo: «Io sono da sempre un ultras di Sanremo: guardo le conferenze stampa di mezzogiorno, e la sera programmo in maniera maniacale le pause pipì durante la pubblicità», mi racconta, «In Ti saluta questo canto mi piaceva fare un omaggio a un capitolo importantissimo della storia del costume del nostro Paese, lo spettacolo più longevo che abbiamo in Italia».

Una storia di cui tu stessa fai parte (Romina ha partecipato al Festival di Sanremo nel 2007 tra i Giovani, ndr)…

E ricordo quei momenti con amore e gratitudine perché è da lì che poi è partito tutto.

Oggi quindi che bilancio fai del tuo percorso?

Ne sono felice, di una felicità che non mi sarei mai aspettata perché ho dovuto fronteggiare delle difficoltà enormi prima di poter arrivare a fare le cose a modo mio, a fare – come piace dire a me – le mie “marmellate musicali”. Ho scelto la strada dell’indipendenza che è faticosa, certo, perché devi lavorare il triplo per arrivare a un decimo di quello che ottiene chi passa attraverso circuiti mainstream, ma che ti concede una libertà impagabile. E quando puoi fare le cose a modo tuo, chi ti segue lo fa perché ha capito chi sei davvero. Negli anni ho trovato il mio baricentro e attraverso le mie fragilità ho scoperto di poter essere anche un rinoceronte, al bisogno. Non male per una che ha approcciato a questo mondo con la paura costante di sgretolarsi e di disturbare.

Nel 2012 partecipi ad X Factor nella squadra di Morgan. Riflessione generale, provando a non guardare al caso specifico: un artista deve essere anche per forza una brava persona?

Ti amo e ti odio per questa domanda (ride, ndr.) Di base penso che tutti dovremmo cercare di mantenere un forte senso dell’etica, informarci e provare a limare i nostri perimetri, sempre memori del fatto che la libertà di uno finisce dove inizia quella dell’altro. Sul tema che mi poni, invece, ti dico che ad associare l’opera al suo creatore le si fa un torto: Tarantino mica è una persona violenta, eppure li hai visti alcuni suoi film? La verità è che l’essere umano è fallibile e attraverso l’arte tenta di lasciare un segno sulla Terra che gli sopravviva; sublima, a volte anche raccontando mondi che sono distanti anni luce da sé.

Nel 2019 “Magari Muori” è un successo virale. Che rapporto hai con la morte?

Ho un rapporto molto stretto con la morte, essendo stata addestrata all’assenza sin da quand’ero molto piccola. Non mi fa paura la morte, mi fa più paura il vivere una vita che piace agli altri e non quella che piace a me. Se c’è dell’altro? Egoisticamente spererei di sì perché mi piacerebbe incontrare di nuovo quelle persone che con i loro gesti e le loro attenzioni, non importa per quanto tempo mi siano rimaste accanto sulla Terra, hanno avuto la capacità di farmi sentire amata per sempre.

Facciamo un gioco, e non ti puoi sottrarre. Chi butti giù dalla torre: Immanuel Casto o Roberto Casalino?

Ti giuro che sarebbe stato più facile scegliere tra mamma e papà (ride, ndr.) Perché se non ci fossero stati Immanuel e Roberto, non saprei immaginarmi oggi, come artista e come donna. Immanuel è un amico fraterno: ci siamo l’uno per l’altra da quando nessuno ci dava una lira perché “fate cose troppo sopra le righe”. Tutti cercavano di dissuaderci dall’idea di dare vita a una nostra società al grido di: “Meglio una botta in testa che la partita Iva”. Oggi entrambi portiamo il pane a casa perché, per fortuna, abbiamo fatto di testa nostra. E di Roberto, cosa dirti? Lo conosco da meno tempo ma per me è fondamentale, tanto che spesso parafrasando Sorrentino, dico: “E’ stata la mano di Casalino”. Lo è perché da subito ha abbracciato la mia follia, fidandosi a occhi chiusi.

Il redivivo Donald Trump ha detto: “Basta con questa dittatura  woke e questo gender”. Includiamo lo stesso anche lui?

A sangue! (sorride, ndr) E’ un peccato però che lui non capisca, anzi mi stupisce che nel suo mega-entourage nessuno glielo abbia mai spiegato, che certe cose non si scelgono, si vivono. E Musk…

Cosa?

Ora è un momento di indignazione generale per il saluto romano che ha emulato, ma la verità è che il mondo si stava colorando di nero già da molto prima. E questa cosa, se mi permetti, mi terrorizza. Voglio fare un appello, non solo alla comunità LGBTQIA+

Prego…

Dobbiamo lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore di come lo abbiamo trovato: eliminare ogni forma di intolleranza, sopra ogni cosa e prima di tutto dalle istituzioni, che non possono permettersi di parlare a una sola fetta del Paese, di fare figli e figliastri. Come possiamo farlo? Lottando per ciò in cui crediamo tutti insieme: non posso pensare, per esempio, che un uomo del 2025 possa rimanere indifferente di fronte al fatto che sua sorella, o sua figlia un domani, possa guadagnare meno di lui facendo il suo stesso lavoro.

Qualche anticipazione sul tuo prossimo album, Rottincuore. Sentiremo più orgoglio o più rabbia?

Ci sarà dentro tutto. Scrivere alcune canzoni è stato così doloroso che per me, quando usciranno, sarà come ballare nuda in Chiesa. Ma me lo dovevo, anche per il momento storico che stiamo vivendo: voglio raccontare che eroe non è chi non cade mai ma chi da terra si rialza. In un mondo in cui è fin troppo facile puntare il dito, io continuo ad essere affascinata dai peccatori, da quelli che camminano con affianco un’ombra e non fanno assolutamente nulla per nasconderla.