Cinquant’anni fa la drammatica alluvione di Firenze. L’arte italiana ancora a rischio
Ricorrono quest’anno i cinquant’anni dall’alluvione che mise in ginocchio Firenze. L’Italia dell’arte si lecca ancora le ferite
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Le immagini devastanti del terremoto del centro Italia, portano indietro le lancette dell’orologio della storia al 4 novembre 1966, il giorno in cui Firenze si ritrovò sommersa da una drammatica alluvione. Le immagini allagate, strade inghiottite dal fango, i soccorritori-angeli provenienti da tutte le regioni italiane, il Crocifisso danneggiato di Cimabue, sono come istantanee impresse nella mente di ogni italiano, e che fanno il paio con quanto è avvenuto nel centro Italia.
Oggi come allora l’Italia si lecca le ferite, la conta dei danni ci consegna uno sconfortante risultato, il patrimonio artistico italiano è a rischio. Superbe opere, viste integre nella loro maestosità e bellezza frantumarsi o deteriorarsi sotto gli scossoni di terremoti violenti e sempre più frequenti, o ricoprirsi di fango a causa di alluvioni che con cadenza annuale inghiottono città e case.
Una piena simile a quella del 1966 porterebbe danni maggiori secondo il geologo Alessandro Trigila.
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