1917-2017: la Rivoluzione russa compie 100 anni. Una storia sovietica
Nel 1917 la Russia era il paese più arretrato d’Europa. A distanza di un solo anno dalla rivoluzione, nel 1918, l’Europa grida: “Bisogna agire come i sovietici”
Molti ritenevano che il regime assolutistico degli zar sarebbe tramontato presto, ma pochissimi pensavano che la caduta della monarchia avrebbe dato origine alla più grande rivoluzione di tutti i tempi dopo la rivoluzione francese.
Secondo l’ipotesi marxista, la rivoluzione si sarebbe dovuta manifestare nei paesi economicamente più avanzati. Invece si è realizzata in un paese prevalentemente agricolo e analfabeta con un sistema economico arretrato. In Russia l’industria capitalistica non era per niente sviluppata e il proletariato operaio era una minoranza insignificante rispetto alla grande massa dominante di contadini.
La rivoluzione si era rivelata l’unica strada per superare un’arretratezza (soprattutto economica) straziante. Ma, più di tutto, è servita a mettere nero su bianco: il capitalismo non è mai stato capace di eliminare le disuguaglianze economiche tra i vari paesi mondiali.
Si riallaccia a proposito il pensiero di Lenin, secondo cui la guerra dimostrava nient’altro che il fallimento e la crisi del sistema capitalistico. Infatti, la rivoluzione scoppiò anche a causa della stanchezza provocata dalla guerra e del malessere delle truppe russe impegnate al fronte.
Persino quando entrò in guerra, al fianco di Gran Bretagna, Francia e Italia, la Russia si trovava in condizioni di impreparazione militare. Dopotutto l’intervento in guerra non fu altro che una conseguenza inevitabile della convenzionale politica estera zarista, della vincolante dipendenza economica dall’Occidente e della speranza di risolvere una volta per sempre i conflitti sociali interni.
Nei fatti le vicende belliche accesero il sentimento di protesta popolare contro le oppressioni e le ingiustizie della società russa. Così, nel marzo 1917, scoppiarono movimenti insurrezionali di operai e contadini appoggiati dai soldati. L’organo di Stato fu sconvolto, il governo ridotto all’impotenza e lo zar privato di ogni autorità.
Grazie alla determinazione di Lenin, i bolscevichi decisero di conquistare il potere con la forza. Accadde esattamente cent’anni fa. La mattina del 7 novembre 1917 (25 ottobre secondo il calendario russo), le bandiere rosse occuparono il Palazzo d’Inverno, prima residenza dello zar e poi sede del governo provvisorio. L’evento non può non ricordare l’indimenticabile presa della Bastiglia nel 1789.
Il centenario della rivoluzione sovietica è stato ricordato in tante città di ex paesi satelliti della vecchia URSS, come a Sofia in Bulgaria e in Ucraina.
In vista delle presidenziali, il Cremlino ha preferito dedicare ampio spazio alla cultura piuttosto che ai festeggiamenti.
Comunque, a Mosca, si è tenuta una sfilata militare in Piazza Rossa per non dimenticare l’ultima marcia dell’Armata Rossa del 1941, prima della partenza per il fronte della Seconda guerra mondiale.
Dal 2005 una delle feste più importanti del paese è quella del 9 maggio, giorno in cui si concluse l’era del nazi-fascismo e il conflitto mondiale in Europa. Nonostante ciò, dal 1 all’8 novembre, sia San Pietroburgo che Mosca hanno ospitato milioni di persone da tutto il mondo per festeggiare i 100 anni della rivoluzione che ha ispirato operai e lavoratori di tutta Europa contro lo sfruttamento e la violazione dei loro diritti, soprattutto tra la fine del 1918 e l’inizio del 1920, in pieno Biennio Rosso, quando lo slogan principale era: “Agire come in Russia!”.
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