28 Febbraio 2018 - 09:00

Abbigliamento moto, ecco quali sono i dispositivi certificati

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Entra in vigore quest’anno il regolamento che riguarda l’abbigliamento tecnico da moto. Per poter indicare in etichetta questo uso dei capi sarà necessario effettuare appositi test, che garantiranno la sicurezza di utilizzo dei diversi prodotti disponibili

Nel 2020 cambierà anche lo standard di omologazione dei caschi, attenzione quindi agli acquisti da effettuare nel prossimo futuro.

Abbigliamento certificato

Dopo anni di discussione entrerà in vigore proprio nel 2018 il nuovo regolamento che riguarda i dispositivi di protezione, che comprende anche l’abbigliamento tecnico da motocicletta.

Molti passi sono stati fatti in questo ambito, anche dal punto di vista tecnologico. Oggi sono infatti disponibili capi di vestiario specificatamente progettati per l’utilizzo durante la marcia in motocicletta che consentono di diminuire i rischi in caso di incidente. Stiamo parlando di dispositivi di protezione che possono salvare la vita a coloro che, loro malgrado, sono i soggetti deboli sulle strade.

A fronte di un numero di incidenti in leggera diminuzione negli ultimi anni, è pur vero che chi circola in moto è maggiormente soggetto a danni, anche gravi, compreso il decesso. Avere un incidente in moto è purtroppo un evento grave, visto che anche una semplice caduta al semaforo può causare danni di vario genere.

Le nuove regole

Da aprile quindi via libera al nuovo standard di omologazione per l’abbigliamento a motocicletta. Il nuovo regolamento prevede che ogni capo di abbigliamento certificato sia effettivamente testato per rispondere alle specifiche per cui è stato progettato.

In particolare i DPI per l’utilizzo in motocicletta devono essere resistenti all’impatto e all’abrasione. Come molti motociclisti sanno infatti quando si cade in moto spesso i danni maggiori non li fa l’effettivo incontro con il terreno, quando piuttosto l’abrasione che si verifica mentre si striscia sull’asfalto, notoriamente una superficie scabra.

La normativa prevede anche delle classi che rappresentano in modo grafico l’effettiva protezione garantita dal capo. In particolare i capi di abbigliamento da moto di classe C sono certificati per resistere in caso di abrasione; i capi B invece proteggono dagli impatti più violenti.

I capi di classe A proteggono da entrambi gli eventi, con diverse modalità a seconde del numero di A presenti in etichetta. Questo nuovo regolamento consentirà al motociclista di comprendere rapidamente le effettive funzioni del capo che sta scegliendo, garantendogli il funzionamento in caso di sinistro.

Abbigliamento tecnico sempre

Le discussioni riguardanti l’abbigliamento protettivo per motocicletta si sono focalizzate anche sulla necessità di richiederne l’utilizzo da parte di chi circola con un motoveicolo. Il risultato è stato un nulla di fatto, in quanto nessuno Stato intende prendersi l’onere di obbligare i suoi cittadini a “vestirsi” in un modo particolare per andare in moto.

In realtà però chi utilizza la motocicletta con regolarità sa bene che per viaggiare sicuri è importante avere a disposizione l’abbigliamento giusto sempre, anche quando si fa una piccola gita fuori porta.

Del resto le statistiche parlano chiaro, la maggior parte degli incidenti che coinvolge dei motociclisti non avvengono in autostrada, ma sulle strade cittadine.

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