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Insigne, il primo dei perdenti: ode all’eroe romantico

È il giorno a cui nessun tifoso azzurro voleva assistere. La storia d’amore tra Insigne e il Napoli è ai titoli di coda. Nella gara casalinga contro il Genoa, penultima giornata di Serie A, il capitano partenopeo lascia il terreno di gioco in lacrime al minuto 83. È il suo addio alla città che lo ha reso uomo e capitano. I momenti cardine della sua strepitosa carriera sono vari, e forse Insigne è il calciatore che più di tutti incarna l’essenza della sua città. Lorenzo è uno sconfitto che non si arrende. È l’anima ed il cuore di un popolo che soffre. Bastonato e messo alla gogna da chi gli è più vicino, è l’uomo che continua a lottare con rabbia e furore fino a consumarsi, divampando in un incendio di passione azzurra.

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L’ultima di Insigne in maglia azzurra

Non poteva chiudersi diversamente la storia d’amore tra Insigne e il Napoli. In un Maradona stracolmo di fede, Napoli-Genoa si condensa in un sonoro 3-0 per i padroni di casa. Alla rete di Osimhen risponde lo stesso Insigne dal dischetto. Lobotka mette il punto esclamativo alla gara.
Ciò che ha colpito particolarmente i tifosi non è stata la sontuosa prestazione del capitano, prestazioni alle quali ormai i napoletani sono abituati, ma il rispetto reciproco nutrito con il capitano. Grazie ad una città che mi ha dato tanto, forse tutto. scrive Insigne nella lettera d’addio letta con le lacrime agli occhi nel cuore del Maradona. Sono parole mature. Parole di un ragazzo nato e cresciuto tra la gente e diventato ormai uomo.

La lettera d’addio

“Ciao a tutti. Come ben sapete con le parole non sono bravo, ma ho provato a scrivere qualcosa. La sola cosa da dire è GRAZIE. Grazie ad una città che mi ha dato tanto, forse tutto. Sono nato, cresciuto e maturato qui insieme a voi. Abbiamo gioito, abbiamo sofferto, a volte anche litigato, ma sempre insieme. Come un’enorme famiglia. Mi sono sentito accolto e amato dalla gente della mia terra, della mia maglia. Stare a Napoli è stata non solo una meravigliosa esperienza ma anche una grossa responsabilità che ho accettato con amore e fierezza da sempre. Ogni addio, anche se frutto di una scelta, lascia l’amaro in bocca. Ma questo un po’ di più. Lasciare Napoli significherà lasciare casa con la consapevolezza che ti mancherà. Che mi mancherete sempre. In questi dieci anni abbiamo collezionato momenti indimenticabili che ricorderò con grande emozione e che porterò nel bagaglio lavorativo e personale. Ho sempre dato tutto ciò che avevo, ma la vera partita, la più importante, quella che non avrà mai risultato, dove non ci saranno sconfitti o vincitori, l’abbiamo giocata insieme. E infine, grazie a voi, a tutti i tifosi del Napoli nel mondo, a tutti i miei compagni di squadra che hanno reso tutto più semplice, rivelandosi anche grandi amici su cui poter contare. Grazie inoltre all’intero staff, al mister che ha avuto cura di me dal primo giorno. Alla società che ha reso possibile tutto questo. Un grazie speciale a chi ha sempre creduto in me, alla mia famiglia, ai miei figli. Grazie di cuore. Forza Napoli sempre”

Il primo dei perdenti

Avrebbe voluto alzare il trofeo più importante, Lorenzo. L’avrebbe voluto tanto. Nella sua ultima stagione partenopea avrebbe davvero potuto farlo. Gli azzurri, forse mai come quest’anno, sono davvero andati ad un passo dalla vittoria finale in campionato, e questo, per Insigne, sarebbe stato il perfetto regalo d’addio a chi l’ha sempre amato. Lui, il primo tifoso della maglia azzurra ed il primo bersaglio delle critiche quando i meccanismi pressoché perfetti non giravano per il meglio. «La tua maglia più di tutte pesava perché era di chi veramente l’amava». Queste le parole dei tifosi azzurri che, con un ultimo gesto, hanno salutato il loro capitano. Cosa riserverà il futuro non lo sa nessuno. Quel che è certo è che l’amore tra Insigne e il suo Napoli non finirà mai.

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Michele Mastia

Dottore in giurisprudenza e praticante avvocato presso il Tribunale di Salerno. Scrivo di calcio. E amo Batman: nessuno ci hai mai visti contemporaneamente nella stessa stanza.

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