Nasce in America Al Pacino da genitori di origini siciliane e con il suo grande talento ha dato vita a personaggi celebri tra gangster e poliziotti ma anche giornalisti, uomini innamorati, ufficiali. Ma chi è questo attore che ha dato vita a personaggi tanto amati?
Alfredo James Pacino nasce nel 1940 ad Harlem, per un curioso scherzo del destino Al Pacino è proprio di origini siciliane, proviene cioè dalla stessa terra a cui in un certo senso deve la popolarità. L’infanzia di Al è segnata dai drammi e dalle ristrettezze tipiche della condizione dell’immigrato. Il padre abbandona la famiglia quando lui è ancora in fasce; il piccolo rimane da solo con la madre, entrambi spaesati e poveri. Sono i nonni che si incaricano di crescerlo e allevarlo, con il “contributo” non indifferente della strada (il quartiere è il non tranquillissimo “South Bronx“).
Al Pacino, in diverse interviste, ripercorre amaramente gli anni della sua giovinezza, segnata da solitudine e da emarginazione. Anni vissuti senza amici e compagni. In casa, si cimenta nell’imitazione di attori famosi e sogna di diventare come uno dei tanti protagonisti del grande schermo di allora.
A diciassette anni interrompe gli studi e si trasferisce al Greenwich Village, dove si iscrive alla “High School of Performing Arts”. Per campare si adatta ai lavori più disparati, anche quelli più umili.
Le relazioni sentimentali non sono mai state certe né smentite dall’interessato. Alfredo James Pacino non si è mai sposato ma ha avuto relazioni sentimentali con ben 11 attrici avendo da due di loro (l’insegnante di recitazione Jan Tarrant e Beverly D’Angelo) tre figli, una bambina e due gemelli di cui ha poi avuto la custodia.
Quando, nel 1969, Al Pacino debutta con un piccolo ruolo nel film Me, Natalie ha ventinove anni: non è bello, non è alto (un metro e settanta scarso), ma ha carisma da vendere. Non passa molto tempo prima che i registi se ne accorgano. Nel 1971 è già protagonista di Panico a Needle Park di Jarry Schatzberg, dove interpreta il tossicodipendente Bobby Axel.
L’anno dopo arriva il grande successo. Francis Coppola gli affida il personaggio di Michael Corleone nel Padrino, malgrado il parere contrario dei produttori. Ma il regista è sicuro “perché il giovanotto è bravo e perché”, secondo Francis, ha tratti “siciliani”. Siciliane appunto, di Corleone e della provincia di Messina, sono comunque le origini dei suoi genitori; anche se Al è nato e cresciuto in America, dove gli hanno dato i soprannomi di Sonny e dell’Attore, per via del temperamento istrionico.
Dopo il Padrino il successo è inarrestabile. Al darà vita a personaggi divenuti celebri. Le sue interpretazioni animeranno i palcoscenici teatrali, con rappresentazioni del prediletto Shakespeare, le serie televisive (fino a Hunters del 2020, dove è Meyer Offerman, capo di una task force che scova i criminali nazisti), Ma anche telefilm, fruttandogli una quantità di premi: nove nomination agli Oscar, tra cui quella per Scent of a Woman-Profumo di donna (in un ruolo che era stato di Vittorio Gassman nel film omonimo di Dino Risi), che gli fruttò la statuetta come migliore attore protagonista.
I suoi personaggi più famosi (iconici si dice con un termine in voga) sono quelli di gangster. Nei tre film della saga Il padrino (1972-1974-1990), che gli valse la prima candidatura agli Oscar come attore non protagonista (ma Al si offese, perché si riteneva “più protagonista” lui di Marlon Brando). Forse ancor più in Scarface di Brian DePalma, in cui era il debordante Tony Montana fra stragi, regolamenti di conti tra gang, montagne di cocaina. Altre notevoli performance di Pacino nel crime-movie sono Carlito Brigante in Carlito’s Way, ancora per la regia di DePalma, Benjamin “Lefty” Ruggiero in Donnie Brasco e, di recente, il sindacalista colluso con la mafia Jimmy Hoffa in The Irishman di Martin Scorsese.
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