Aldo Fabrizi, l’artista
Nell’anniversario della nascita, ricordiamo l’artista poliedrico, Aldo Fabrizi. Uno dei massimi esponenti del cinema e del teatro degli anni d’oro
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Correva l’anno 1905, mentre il “Secolo Breve” stava nascendo ancora ricco di forme, modi e pensiero del secolo romantico e decadente ottocentesco, mentre in questo giorno, 1 novembre, festa di ogni santi, nasceva a Roma, uno degli artisti più importanti della storia del cinema, Aldo Fabrizi.
È bene definirlo artista un uomo che nel corso della sua carriera fu attore, regista, sceneggiatore, produttore e poeta, fra le maschere romane che si ricordano con grande affetto e che seppero portare una certa romanità nel mondo attraverso il cinema.
Un uomo che si formò inizialmente come poeta, facendo pubblicare, infatti, un volumetto di poesie romanesche che andò anche a declamare in teatro, come si usava fare fra gli anni Venti e Trenta.
Fabrizi partecipò anche alla redazione di un giornale dialettale dal titolo: Rugantino, famosa maschera romana portata in scena negli anni a venire nella famosa commedia musicale di Grinei e Giovannini, nella quale fra l’altro, nel 1962-63 interpretò il personaggio di Mastro Titta.
Aldo Fabrizi era uomo di teatro e dopo un periodo come machiettista nei piccoli teatri di Roma e prima ancora nella Filodrammatica Tata Giovanni, fondò una propria compagnia fino al primo incontro con il cinema in un film del 1942 diretto da Mario Bonnard dal titolo: Avanti, c’è posto.
Dal quel momento, molte sarebbero state le esperienze cinematografiche di Fabrizi fra le quali non si può dimenticare l’interpretazione del sacerdote nella Roma occupata dai nazisti in Roma città aperta del 1945 di Roberto Rossellini, in cui Fabrizi si trova al fianco della grande Anna Magnani. Quell’interpretazione si ispirava alle figure emblematiche di due sacerdoti romani: Giuseppe Morosini e Pietro Pappagallo che furono fucilati dai nazisti nel 1944.
La sua interpretazione nel film neorealista dimostrò le capacità attoriali e drammatiche dell’interprete romano che sapeva vestire i ruoli più disparati, anche quelli grotteschi e drammatici come il padre di famiglia nel film di Alessandro Blasetti del 1950, Prima comunione o il padre grezzo e grottesco appunto del film di Ettore Scola, C’eravamo tanto amati del 1974.
Fra le interpretazioni comiche dell’attore romano si ricordano diversi film con Totò e Alberto Sordi nei quali ciascuno era la spalla dell’altro e tutti immensi allo stesso modo. Uno dei tanti esempi di commedia italiana dell’epoca in cui si susseguivano diversi grandi attori.
Aldo Fabrizi si spense dopo una lunga carriera, il 2 aprile del 1990 all’età di 84 anni a causa di un’insufficienza cardiaca. La sua ultima apparizione in pubblico risaliva al 27 luglio del 1987 nel programma televisivo G.B. Show.
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