Alessandro Borghi era tra gli ospiti più attesi di questa edizione del Giffoni Experience 2019. Durante la conferenza stampa diverse le dichiarazioni interessanti sui suoi successi e sui progetti futuri.
Per lui questo è stato un ritorno qui a Giffoni dopo 3 anni di svolta per la sua carriera e ha dei ricordi forti di quell’esperienza passata. Ricorda i giovani, il loro entusiasmo e la loro voglia di creare empatia, di imparare quante più cose possibile da questo settore.
“E’ un festival genuino e informale, diverso da tutti gli altri”, ha dichiarato
Di recente è stato coinvolto in una serie tv internazionale, Diavoli. Lavorare su un set americano è stata un’esperienza fortissima e una sfida, soprattutto per la lingua. Per adesso ha ammesso di star leggendo diversi copioni internazionali, ma è dell’idea che ha ancora molto da dare alla sua terra che ama tanto. Plauso anche alla globalizzazione che permette alle qualità di diventare più accessibili.
Oltre a questa nuova serie tv, progetti sicuri ce ne sono ben pochi: oltre a Suburra 3, le cui riprese inizieranno l’anno prossimo, il suo obiettivo è andare un po’ in vacanza. Per altri lavori dovrà incastrare bene gli impegni. Per esempio parlando de Il Primo Re e Sulla Mia Pelle ha affermato che dalla fine delle riprese del primo, all’inizio delle riprese del secondo ha avuto solo 8 giorni. Da mesi stava seguendo una dieta per il cambiamento fisico che ha dovuto affrontare.
Smentita l’indiscrezione che lo voleva nei panni di Totti in una serie tv sull’ex portiere. Gli piacerebbe invece raccontare un’altra importante storia, quella di Giulio Regeni. Al momento non si dice interessato alla regia. Preferirebbe diventare un produttore così da aiutare direttamente chi ha più talento e creatività.
Per quanto riguarda la preparazione dei suoi personaggi invece ha dichiarato di non avere mai avuto un acting coach, si fida estremamente di se stesso. Tutte le sue esperienze sono frutto di un istinto.
“non ho studiato recitazione in un’accademia, ma frequentavo la scuola privata e lavoravo come muratore e barista. Facevo i provini quando mi chiamavano, ma non mi preparavo prima. Preparo poco perché vivo questo mestiere in maniera naturale. in questo lavoro più si pensa e più si sbaglia”, ha aggiunto
Sulla Mia Pelle ha cambiato la percezione del cinema civile perché non è un film politico, ma umano, sull’amore, sulla paura e sul silenzio. Per Borghi proprio questi sono i punti di forza di questo film, punti che gli hanno permesso di creare in pochi minuti un’empatia con il pubblico. Il cinema così facendo può ancora trasformare le percezioni e raccontare verità umane.
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