Alessandro Zan: “Ho avuto paura. L’unica possibilità era nascondermi”
“Ho conosciuto la paura quando mi sono reso conto che essere gay non era un’opzione possibile nella società in cui vivevo“: la storia di Alessandro Zan
“Ho conosciuto la paura quando mi sono reso conto che essere gay non era un’opzione possibile nella società in cui vivevo“, confida nel salotto di Verissimo Alessandro Zan.
Il politico e attivista LGBT italiano si lascia andare ad un’intervista molto intima. “In famiglia non era accettato e i miei compagni di classe facevano battute omofobe. L’unica possibilità che avevo era nascondermi”, racconta. Tanti gli episodi di bullismo subiti fin da quando era adolescente e che gli hanno lasciato un’impronta indelebile: “Le parole sono pietre che creano ferite“.
Dopo il coming out, Zan afferma di aver ricevuto l’appoggio di sua madre. Con suo padre, invece, le cose sono state più complesse. “Lui è cresciuto in una famiglia particolarmente tradizionale, segnato da un’infanzia difficile e cresciuto in un contesto culturale dove l’omosessualità era considerata una malattia. Quando gliel’ho detto, si è messo le mani in faccia e ha detto ‘io non capisco più niente’ e da lì non ci siamo più parlati per mesi. Allora ho deciso di andarmene di casa. Studiavo e lavoravo, ero arrivato a non avere neanche cinque euro in tasca“.
A distanza di anni, però, il rapporto con suo padre è stato sanato: “Ho passato dei momenti difficili, ho deciso di andarmene di casa ma è stata una scelta necessaria che poi ci ha unito nuovamente. Infatti, dopo una prima reazione di rabbia, mio padre ha iniziato un suo percorso che l’ha portato ad accettarmi. Alla fine, ha cercato di rimediare e mi ha dimostrato tutto il suo sostegno, si è anche impegnato nella mia campagna elettorale“.
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