In Amazzonia una fitta rete di incendi sta interessando la zona della foresta pluviale, fino a contare cifre da record. Secondo il National Institute for Space Research il 2019 ha registrato un aumento pari all’83%, rispetto allo stesso 2018. I roghi sono scoppiati sopratutto tra gennaio ed agosto e rappresentano la stima più alta dal 2013.
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro in un accanito attacco ha puntato il dito contro le Ong, ritenendole responsabili di quanto sta accadendo in Amazzonia. “Forse stanno compiendo alcune azioni criminali per attirare l’attenzione contro di me, contro il Governo del Brasile” ha spiegato Bolsonaro e ha aggiunto: “C’è una guerra in corso nel mondo contro il Brasile, una guerra di informazione“.
La denuncia è arrivata dall’INPE dopo che, alcune settimane fa, il presidente Bolsonaro ha licenziato il direttore dell’Istituto. La querelle con l’INPE inizia con le critiche piovute sul governo per il vertiginoso aumento del tasso di disboscamento dell’Amazzonia, rilevato proprio dall’istituto. Il dato ammonterebbe al 67% in più rispetto al 2018.
In questa cornice di accuse si inseriscono anche gli ambientalisti che hanno accusato Jair Bolsonaro di incoraggiare il disboscamento da parte di taglialegna e agricoltori; dal canto suo, il presidente ha snobbato i dati dell’INPE definendoli come clamorose fake news.
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