American Horror Story: Cult 7×03 “Neighbors from Hell” – la fobia dell’ignoto
Il terzo capitolo di Cult risulta il più avvincente fino ad ora: tra colpi di scena, azioni disturbanti e un delizioso alone di mistero, questa stagione di American Horror Story prosegue nel migliore dei modi
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Pronti a scoprire cosa sia successo in questo episodio di American Horror Story?
Trama
Ally si ritrova improvvisamente protagonista dell’omicidio di Pedro, uno dei suoi dipendenti ucciso per sbaglio in un momento di panico, un gesto interpretato dal Detective Samuels (Colton Haynes) come una mera difesa personale.
L’assassinio porta la comunità latina della cittadina dove vive Ally a ribellarsi e a manifestare di fronte alla sua macelleria, spingendola così a cercare ulteriori risposte nello psicanalista. Nel frattempo, altri omicidi sconvolgono la cittadina, che inizia a parlare di serial killer.
I sospetti diventano colpevoli
Se fino allo scorso episodio gli unici commenti che si potevano fare avevano una natura puramente teorica, in “Neighbors from Hell” invece, il discorso è diverso: l’intera puntata serve proprio a mostrarci la colpevolezza di tutti i personaggi finora presentati.
Il concetto di “Ally contro tutti” diventa sempre più concreto e tangibile, tanto da farci immedesimare nel corpo della protagonista e permetterci di vivere un incubo senza fine.
Anche le scene dei clown scollegate al personaggio di Sarah Paulson (come, ad esempio, quella iniziale con i coniugi Mark e Rosie rinchiusi all’interno di due bare e lasciati morire proprio a causa della più grande fobia della donna) risultano sempre più ansiogene e appartenenti all’horror psicologico.
Non a caso, il primo personaggio che capiamo essere coinvolto direttamente nella vicenda risulta essere proprio lo psicanalista Vincent. Quanto è orribile il solo pensiero che la persona che dovrebbe aiutarti a sconfiggere i tuoi demoni interiori in realtà risulti essere colui che si “ciba” delle tue stesse fobie fino a sacrificarti?
Stessa cosa vale per il Detective Samuels, palesemente complice di Kai in quanto presente a casa dei vicini successivamente (o si trattava di un flashback? Non ci è dato saperlo) “iniziati” dal personaggio di Evan Peters.
Inquinamento atmosferico
Oltre al proseguimento della trama sul razzismo, arrivata ad un livello successivo con la tragedia accaduta a Pedro, nella 7×03 assistiamo all’inserimento di una nuova tematica, quella relativa all’inquinamento atmosferico.
Come se i clowns assassini e gli sconvolgimenti dovuti ai sempre più diffusi atti di razzismo non fossero già abbastanza, Ally si rende conto che ogni notte un grosso camion rilascia, proprio davanti a casa sua (e nel suo giardino) sostanze altamente tossiche. Sono tantissimi, infatti, gli animali uccisi in questa puntata.
Ma cosa vorrà dire tutto ciò? In fondo non conosciamo ancora il passato di nessun personaggio, e per questo non possiamo ancora capire quali possano essere le motivazioni per le quali queste losche figure agiscano nell’ombra.
Anche la sicurezza video è stata conquistata dalla setta, tanto da firmare Winter e Ally proprio durante il momento in cui erano sul punto di baciarsi. Indubbio è, sicuramente, il fatto che ogni singola azione sia stata premeditata, così come che Ivy non sia assolutamente immune a qualsiasi coinvolgimento.
Perché digitare la parola clown con la ‘z’ finale? Può davvero trattarsi di un errore casuale o siamo di fronte all’ennesima prova che dimostra il ruolo negativo del personaggio all’interno dell’intera faccenda? Siamo davvero sicuri della colpevolezza assoluta degli strani vicini di casa, con cui Ally inizia una vera e propria guerra con un tragico epilogo?
La personalità di Kai
Il personaggio di Kai, che assieme a quello di Ally costituisce sicuramente il duo più importante della stagione corrente, non smette mai di stupire: in questo episodio, infatti, lo abbiamo visto capace di far sparire in un nanosecondo un numeroso gruppo di immigrati intenti ad aggredire verbalmente la donna dopo aver ucciso accidentalmente un innocente uomo di famiglia. L’abilità di persuasione del personaggio stupisce ogni volta di più.
Stessa cosa vale per entrambe le scene dell’iniziazione di Harriston e Meadow, che si riveleranno cruciali nel finale dell’episodio. Cosa lo avrà mai portato a voler rivoluzionare il mondo in questo senso? Cosa si cela dietro al suo passato? In fondo, anche di Kai e Winter si sa ben poco.
Considerazioni finali
American Horror Story: Cult ci regala un ottimo terzo episodio: terrorizzante e colmo di scene ansiogene, tanto da suscitare la paura verso ogni singola cosa.
Proprio questo era l’obiettivo di Murphy: creare una stagione che avesse come tema la fobia dell’ignoto. Tramite le analisi psicologiche dei personaggi tormentati, nonché con sguardi omicidi e sorrisi che si
rivelano essere presagio di morte, la carreggiata della stagione numero sette dello show prosegue spedita, regalandoci sempre più elementi che rendono questo arco narrativo uno dei (potenzialmente) migliori della serie.
Cosa ci riserverà il futuro, dopo il brutale omicidio di Meadows? Quale sarà il ruolo di Emma Roberts, apparsa l’ultima volta in Freak Show e pronta a fare ritorno nel prossimo episodio? Speriamo sia migliore di quello affidato ad Adina Porter, relegata (almeno fino ad ora) a quello di una semplice giornalista che riporta le news. Alla prossima settimana, sempre con American Horror Story.
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