19 Ottobre 2021 - 11:29

Amministrative: ecco come “l’invincibile” centrodestra ha perso

Centrodestra

Il centrodestra, alle amministrative, ha subito una débâcle di quelle assolutamente devastanti. Ecco quali sono le maggiori cause

Tanto tuonò che piovve. Ormai tutti, a partire già dalla venuta del Governo di Mario Draghi, avevano compreso che nel centrodestra più di qualcosa non funzionava. Troppe discussioni interne, e soprattutto poca coesione all’interno di uno schieramento che non è più invincibile. Alle amministrative, la destra è stata maggioranza netta nelle rilevazioni elettorali, ma alla fine si è trovata minoranza nelle città. Una sonora sconfitta le cui cause non sono certo da attribuire tutte alla poca affluenza.

Due piccoli centri contro cinque capoluoghi su sei: i conti non sembrano tornare. Matteo Salvini e Giorgia Meloni cercano di distogliere l’attenzione, palesando come l’affluenza fosse poca. E non conta la mezza autocritica che la leader di Fratelli d’Italia ha cercato (in maniera alquanto grottesca) di fare tramite i microfoni. Ma la realtà racconta altro, ovvero che chi ha disertato le urne sono state quelle città che al primo turno avevano scelto i candidati di centrodestra. Colpa, forse, di aspettative tradite.

Dopo il primo turno, si era effettivamente verificato il sorpasso di FDI sul Carroccio. I ballottaggi, invece, hanno di fatto distrutto quel “sogno” tanto accarezzato dal centrodestra. E così la sfida dei grandi capoluoghi finisce 5 a 1 per il duo PD-M5S, che diventa 8 a 2 se si considerano anche i capoluoghi di provincia. Salvini ha stra-perso a Milano, sua casa natale, e la stessa cosa si può dire per Giorgia Meloni a Roma, dove Michetti è stato, di fatto, travolto da Gualtieri.

Ma perché la coalizione ha perso? Vediamolo nel dettaglio.

I motivi della sconfitta

Innanzitutto, non è vero che le città hanno confermato gli uscenti, dato che a Napoli Manfredi non sosteneva De Magistris e a Torino, invece, vi era la Appendino. Per di più, a Trieste, feudo del centrodestra, la vittoria di Roberto Dipiazza è avvenuta solamente al ballottaggio, quando si auspicava una facile vittoria al primo turno.

Il PD, inoltre, è riuscito a mantenere città simbolo della Lega e del centrodestra, quali Varese e Latina. E che dire di Cosenza, roccaforte del centrodestra che è passata a sinistra, dopo sole due settimane dalla “promozione” a governatore dell’ex sindaco Roberto Occhiuto?

La verità è che alle amministrative si vota spesso considerando la qualità del candidato. E i nomi messi in campo dal centrodestra, a partire da Michetti e procedendo con Bernardo (non voluto nemmeno dai capilista), sono stati poco incisivi. Bernardo era un candidato poco incisivo già per i capilista, mentre Michetti era stato scaricato in pubblico addirittura da Giorgetti, ma appoggiato da Fratelli d’Italia.

E qui arriva il bello, che svela tutte le carte: i motivi della sconfitta sono le continue tensioni tra i partiti. Tutta la campagna elettorale è stata costellata da attriti tra Meloni e Salvini. Un impasse da cui non si riesce ad uscire in primis, e poi che condanna soprattutto la linea incerta del Capitano su vaccini e Green Pass.

Molti elettori, più che cambiare candidato, sono esplicitamente rimasti a casa. Segno che la qualità dei candidati era a dir poco scadente e poco affidabile. Ma la qualità dei candidati, probabilmente, c’entra poco. La colpa è dei leader, che pensavano di avere la partita in pugno e che hanno completamente sottovalutato ogni aspetto. Di qui, la facile sconfitta.

E ora, “l’invincibile” centrodestra si è sgretolato e si è scoperto facilmente battibile.