Atlantis: l’Impero e il Classico Disney perduto
Classico Disney all’interno di una transizione tra l’allontanamento del classico e la ricerca del nuovo. “Atlantis – L’impero perduto” (Altantis: The Lost Empire) è il 41° Classico Disney secondo il canone ufficiale e uno dei meno riusciti
Il Rinascimento Disney ha portato il mondo del cinema animato e la fama dello studio californiano sulle vette del mondo. Le forme di intrattenimento audiovisive animate sono cresciute esponenzialmente grazie anche ai successi Disney degli anni ’90.
Ma col nuovo millennio quella che era una crescita di un genere cinematografico ben riconosciuto, ben presto divenne competizione. Fu proprio questa a mettere di nuovo la Disney spalle al muro, incapace di scegliere dove dirigersi.
In viaggio verso l’antico, cercando il nuovo
Nulla di meglio per tracciare una rotta se non con un road-movie, riprendendo le tecniche narrative del viaggio avventuroso, tra combattimenti e mondi fantascientifici. La meta è Atlantide, una misteriosa città dimenticata dal mondo, sommersa da uno tsunami dell’Oceano Atlantico. I riferimenti a Ventimiglia leghe sotto i mari di Julies Verne sono palesi, la stessa Disney realizzò infatti un film a riguardo ma solo in direct-to-video.
Come la città di Atlantis, anche il film Atlantis – L’impero perduto è presto dimenticabile. Perduto all’interno di un canone ufficiale che vede mostri sacri dell’animazione che hanno segnato e fatto sognare intere generazioni di spettatori. Non a caso le sale del 2019 sono colme di Classici Disney rievocati e riplasmati. Tanti remake quali Dumbo, Aladdin e Il Re Leone avranno il loro spazio al cinema – alcuni lo hanno avuto già – per una Disney che punta al fattore nostalgia per legare le vecchie generazioni alle nuove.
Ma per creare nostalgia, servono emozioni alla base. Atlantis è un film molto piatto, asciutto, poco profondo a differenza dei fondali marini verso i quali si fiondano i loro – poco approfonditi – personaggi. Una ricerca verso l’ignoto e il perduto che rende il film Altantis stesso un film anonimo e dimenticato.
La vena artistica disneyana è palesemente compromessa a causa delle scelte del target. Atlantis risulta essere un buon prodotto per fanciulli se si analizzano le ottime scene d’azione, eppure cerca un messaggio e un conflitto troppo drastico e poco ben strutturato, rendendo la visione banale per gli adulti e poco brillante per i più piccoli. Problemi già evidenziati in film come Dinosauri, dove l’incessante ricerca di una grafica l’avanguardia aveva messo da parte l’importanza dei personaggi e della sceneggiatura.
Era riuscito bene a fiorire in sordina invece Le follie dell’imperatore, probabilmente grazie a coraggio e astuzia. Il precedente Classico Disney, infatti, è ricordato ancora oggi per la sua stravagante originalità. L’esatto contrario rappresenta Atlantis, qualcosa di già visto e reso su schermo senza idee degne di nota. Non a caso è uno dei Classici meno amati di sempre e, ben più grave, meno conosciuti della storia degli studios.
Tempi duri per la Disney che dopo il suo momento migliore inizia a balbettare, in un nuovo millennio che conosce nuove grafiche computerizzate grazie alla Pixar e a nuove storie originali partorite dalla Dreamworks e dall’animazione orientale.
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