Aumento stipendi insegnanti: 20 euro in più e tanti rischi
Gli insegnanti, in questa particolare emergenza sanitaria, chiedono un aumento dello stipendio in considerazione delle tante responsabilità previste dai protocolli Covid-19
Il Coordinamento Nazionale Docenti ha chiesto al Ministero dell’Istruzione un aumento degli stipendi. In considerazione delle tante responsabilità a cui sono sottoposti a causa dell’emergenza sanitaria in corso, gli insegnanti chiedono a gran voce un incremento stipendiale. Attualmente “l’aumento” è pari a 20 euro, cifra assurda se si considerano le molteplici responsabilità e i rischi a cui vanno incontro quotidianamente.
“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in considerazione delle tante responsabilità previste dai protocolli COVID 19, sulla cui sicurezza abbiamo espresso diverse perplessità, chiede al Ministero dell’Istruzione un aumento degli stipendi, ritenuti molto inferiori rispetto al carico di lavoro prospettato.
Attualmente, come risulta, l’incremento stipendiale, per un reddito annuo pari o inferiore a 28 mila euro, al netto del bonus di 80 euro di Renzi eliminato dall’attuale normativa, è pari solo a 20 euro, cifra veramente ridicola quanto offensiva. Soprattutto in considerazione delle spese esorbitanti sostenute da tanti docenti costretti dalla legge 107/2015 a permanere fuori dalla propria città di residenza / regione. Certo, con 20 in più si può fare colazione in un bar di Milano centro. Che soddisfazione, quale riconoscimento pubblico, dopo anni di studio e di gavetta in giro per l’Italia! Con il Covid 19 la prospettiva diventa ancora più confortante per i docenti.
Gli educatori nella rappresentazione semplicistica di alcuni media oscillano tra la figura del fannullone criminale intento a bivaccare senza impegnarsi nella propria professione o il martire che dovrebbe lanciarsi tra le fiamme, lacero e sporco, in ossequio a una sorta di missione divina, che è l’insegnamento, “gratis et amore Dei”.
Il docente non può identificarsi in tali stereotipi; si è consapevoli del fatto che il proprio ruolo comporti maggiore sensibilità e delicatezza, ma non per questo si deve incorrere nello svilimento delle proprie prerogative. Diversamente, il processo di squalificazione cui sta andando in contro tale figura da circa due decenni non avrà più fine, con detrimento non solo dei “privilegiati” insegnanti, ma di un’intera società, privata di un’agenzia educativa determinante per il progresso civile.
Tornando alla stampa e alla politica, da ogni parte si sente parlare di ripresa economica e di maggiore ottimismo connessi alla riapertura delle scuole, senza le quali il Paese “collasserebbe”, per vari motivi. Intanto “gli eroi” hanno nel portafoglio un aumento di 20 euro e tanta probabilità in più di ammalarsi sul posto di lavoro di altri dipendenti. C’è da riflettere.”
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