In occasione della Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia un suggestivo portale dall’etimo arabo al-quantara stupirà i visitatori
Al-quantara, dall’arabo
ponte, è la sorpresa della
Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, che prende il nome dalla mostra
Multiforme, declinazioni tra spazio e tempo, a cura di Davide Quadrio. Si tratta di un’esposizione di
tre stanze, affacciata sul
Palazzo Rocca Contarici Corfù, che rievocano tre diverse atmosfere: quella di un androne gotico, le architetture d’avanguardia ed una di alta tecnologia. Il visitatore si troverà in una dimensione spazio temporale
sospesa, come appunto suggerisce l’origine araba del nome dato a questa serie di camere, ovvero quella di un
ponte. La prima stanza: un cielo aperto
Le installazioni della prima stanza, chiamata
Work for Alcantara, Bue Chair e costruita da
Krijin de Koning, rievocano l’apertura e le prospettive di un orizzonte sconfinato, come quello del cielo. La stanza è arredata con una stoffa blu, chiamata appunto Alcantara.
La seconda stanza: l’intimismo psichico
Arch / arcology è il nome della seconda stanza,ideata da
Nanda Vigo, che richiama dei colori psichici e sculture che concentrano l’attenzione su memorie del passato. Anch’essa è pervasa dall’intenso colore blu della prima.
La terza stanza: Il giardino del futuro
Un giardino futuristico, un insieme di cortocircuiti e proiezioni digitali, il tutto con il sottofondo di ritmiche tribali dei
Nove Viaggi nel Tempo. Giardino nucleare, del collettivo Zeitguised, (tele)trasporta il visitatore in una dimensione per ora solo immaginabile, con sonorità particolari che evocano scenari alieni ed evoluzione umana.