16 Dicembre 2016 - 19:15

Black Mirror: futuro distopico o presente metaforizzato? Pt.2

Black Mirror

Pensavate che Black Mirror riguardasse solo Hashtag e capitale sociale? Vi sbagliavate di grosso. Le follie e le dipendenze distopicamente raccontate in questa serie non finiscono qui. E’ l’ora dei videogames

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Horror

E’ l’ora dell’horror. Dopo tanti episodi in cui sono stati analizzati tutti gli aspetti collegati alle nuove tecnologie, è arrivato il momento dell’horror. Ancora una volta, Black Mirror ci propone una visione distopica che non è poi così lontana dal nostro immaginario. Il tutto viene fatto tramite la presenza dei videogames, ponendo l’attenzione su quella che è la realtà virtuale che spesso è lì pronta a salvarci ma, allo stesso tempo, mette a fuoco le nostre più grandi paure e delusioni.

Playtest

E’ il secondo episodio della sesta stagione della serie. Trama contorta, complicata, a volte quasi incomprensibile, con un continuo intrecciarsi di vita reale e virtuale. Epilogo triste, definitivamente anti utopico. Che fa, sì, riflettere, ma che allo stesso modo tende a spaventarci e a provocare in noi attimi di puro terrore. Cooper, il protagonista dell’episodio, scappa via di casa, concedendosi un anno di divertimenti per il mondo. Nonostante le continue chiamate della madre, decide di non rispondere e continuare la propria vita lontano dal nucleo familiare. Arrivato a Londra, conosce Sonia, con cui ha un rapporto sessuale. E, dalla quale, viene convinto a svolgere un lavoretto presso un’azienda di videogiochi come “cavia” per nuovi videogames d’ultima generazione. Il tutto si concluderà con il protagonista dell’episodio che finirà per essere ossessionato dalla propria vita e dal comportamento avuto nei confronti dei suoi genitori.

Presente

Qual è il legame con il presente? La risposta sembra alquanto scontata, anche se non lo è del tutto. Ci sono miliardi di persone, nel mondo,  che sfruttano la possibilità di giocare online contro altri utenti. Dalla sfida diretta e rapida, alla creazione vera e propria del personaggio in videogiochi che tendono a modificare l’esistenza di una persona. In che modo Black Mirror vuole farci riflettere sull’uso che noi facciamo dei videogames? Va a porre l’attenzione sull’identità della persona, che viene risucchiata e modificata dal videogame fino quasi a ricostruirla.

La dipendenza da Videogames raggiunge numeri mostruosi oggigiorno. Sono giochi come World of Warcraft o League of Legends i videogiochi che maggiormente tendono a creare una rete col videogiocatore. Una rete indissolubile che non ti permette più di tornare alla vita reale. Perché una nuova identità viene a crearsi, puoi scegliere di essere chiunque tu voglia, l’importante è essere bravo. Non c’è bisogno di sapersi rapportare, né tanto meno conta l’apparenza. E’ come vivere in un’altra realtà, con persone che condividono la stessa passione e che tendono a considerarti uno di loro.

E’ positivo? E’ negativo? Nessuno può effettivamente dirlo. Ciò che invece sembra essere certo è che la realtà virtuale sta prendendo sempre più piede riuscendo, a volte, a trasformare le persone. Perché le stesse riescono ad evadere dalla vita reale, che magari non soddisfa le aspettative dell’individuo. Quella virtuale, quindi, sembra essere quasi una sorta di salvezza ma a parer mio, è solo un escamotage per evitare le paure più profonde insite in ogni individuo.

 

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