10 Ottobre 2019 - 15:46

Black Mirror, la top 5 degli episodi più sorprendenti

Black Mirror

7 anni fa andava in onda in Italia il primo episodio di Black Mirror. Quel “Messaggio al primo ministro” che rappresentò una notifica diversa da qualunque altra al mondo era l’inizio della serie antologica che in questi anni ci ha scioccato, traumatizzato e deliziato

Una serie antologica, priva di una trama orizzontale che spesso caratterizza gli show del piccolo schermo, catalizzati spesso e volentieri dal concetto di serialità. Black Mirror è molto di più. La serie ha il merito di aver avuto il coraggio di mostrarci il nostro mondo attraverso racconti spesso assurdi, ma che nella loro assurdità trovano una verosimiglianza con ciò che stiamo vivendo al giorno d’oggi.

Quest’oggi, invece, sono 7 anni che “Messaggio al primo ministro” andò in onda per la prima volta in Italia. È inutile ribadire quanto Black Mirror si sia distinta fin da subito, sceneggiatura e regia come fiori all’occhiello, il colpo di scena e il terrore, spesso più psicologico che fisico, come cavalli di battaglia.

Ma oltre a “Messaggio al primo ministro”, quali sono gli episodi migliori dello show britannico? Abbiamo deciso di scegliere 5 episodi che più degli altri ci hanno scioccato e meravigliato per il loro mix di originalità e autorialità. Elementi che rendono Black Mirror lo show che tanto abbiamo apprezzato in questi anni, eccetto per l’ultima stagione, quella forse ce la siamo dimenticati già.

15 milioni di celebrità (1×02)

La cosa bella – e allo stesso tempo spaventosa –  di Black Mirror, è che quando ti fa emozionare una volta, poi lo rifà senza avvertirti. Se “Messaggio al primo ministro” ha fatto la storia del piccolo schermo, l’episodio successivo “15 milioni di celebrità” non è da meno. Anzi, conferma un pilot straordinariamente disturbante, di quelli che ti fanno dire “Wow, voglio continuare questa serie!”, ma forse dopo “15 milioni di celebrità” il parere potrebbe cambiare, perché lo shock aumenta esponenzialmente. Il secondo episodio di Black Mirror sembra essere un cammino dell’eroe che cerca di salvare la propria principessa, ma la lunga pedalata di quasi un’ora di episodio termina nel peggiore dei modi, aprendoci gli occhi su un mondo corrotto, senza spina dorsale, dove ognuno ha un ruolo politico e un prezzo.

Torna da me (2×01)

Altro elemento caratterizzante di Black Mirror sono i rapporti umani. Strano a dirsi, siccome la serie parla di congegni fantascientifici e contesti post-apocalittici. Sono proprio gli episodi in cui è sviscerato il rapporto tra uomo e macchina che più ci toccano. Ci fanno riflettere su quanto siamo schiavi degli avatar, dove noi uomini siamo privi di autonomia se non collegati a un dispositivo. Nel primo episodio della seconda stagione ci troviamo di fronte a un lutto. L’immortalità può esistere grazie alla tecnologia? Forse sì, forse già lo è, ma il prezzo è altissimo. Questo episodio ne è la brochure, angosciante, nostalgico e triste come pochi altri episodi di qualsiasi altro show televisivo.

Caduta libera (3×01)

Anche la terza stagione parte col botto, “Caduta libera” è infatti uno degli episodi più disturbanti dell’intera serie e allo stesso tempo uno dei più possibili nei prossimi anni nella realtà che viviamo. Cosa succederebbe se ogni individuo, all’interno di una società, possedesse un rating visibile agli altri? Oggi lo facciamo con i ristoranti e i musei attraverso piattaforme come TripAdvisor, un giorno potremmo farlo con le persone dopo averci scambiato quattro convenzionali chiacchiere? Il titolo “Caduta libera” non è casuale perché la protagonista, oltre a cadere nei punteggi e agli occhi della società, diventa allo stesso tempo anche veramente libera, e lo fa in una prigione. Dimostrazione di quanto Black Mirror sia capace di regalarci allegorie e dualismi perfettamente intrecciati, sempre sotto il ciglio delle realtà che viviamo online e non.

San Junipero (3×04)

Vincitore anche di un Emmy, “San Junipero” è considerato uno dei pochi episodi di Black Mirror a lieto fine. Nulla di più falso. Ancora una volta la morte e il ruolo che ha la tecnologia nel post-vita tornano nel fulcro della storia. L’episodio merita elogi in quanto riesce a raccontarci la vita di due persone, apparentemente completamente opposte, in maniera anti-convenzionale. Gli sbalzi temporali e il background dei personaggi prendono forma con lentezza, lasciandoci trascinare dai costumi, le musiche, il romanticismo di una storia d’amore. Salvo poi riportarci nella cruda realtà nel finale, presentandoci un bivio, quella scelta da decretare, in questo caso anche dopo la morte. “San Junipero” è un episodio farcito di finali aperti e interpretabili. C’è chi lo considera un lieto fine, forse l’unico in Black Mirror, chi invece crede che ancora una volta questo stupendo serial ci abbia mostrato come la tecnologia sia più potente della nostra stessa vita, anche nella morte.

Hang the DJ (4×04)

Ancora una volta un episodio dolce e romantico, dove due potenziali partner sono i protagonisti. Anche qui, come in “San Junipero”, il luogo d’incontro fin da subito ci offre degli indizi: c’è qualcosa che non va. Un sofisticato sistema di incontri organizza appuntamenti con la potenziale anima gemella, e dopo poco decreta la durata della relazione. È lecito aspettarsi che questa storia cerchi di battere il sistema, e così è. Peccato che nel finale scopriamo che il sistema non è per nulla sconfitto, ma ha semplicemente realizzato il suo scopo, per l’appunto farsi sconfiggere. Ancora una volta l’uomo e le sue scelte sono dettate da apparecchi e intelligenze artificiali che sembrano stare sempre un passo avanti all’essere senziente.