10 Ottobre 2019 - 15:59

Lapo Elkann-Matteo Salvini: l’ultimo atto di una querelle grottesca

Salvini Gregoretti Aggredito Fisco

L’ultimo atto della caduta di Matteo Salvini è il nuovo litigio con l’imprenditore Lapo Elkann. Sull’immigrazione, il leghista risponde in maniera sgarbata

Ormai si cade sempre più in basso. Più passano i giorni, più l’opposizione tenta piccoli stratagemmi praticamente inutili, tali addirittura da risultare grotteschi. Ovviamente, cambia sempre l’obiettivo, soprattutto se si parla di Matteo Salvini. La nuova querelle intrapresa dall’ex ministro dell’Interno ha come oggetto ancora una volta i migranti, ma come interlocutore un attore del tutto nuovo: Lapo Elkann. Quest’ultimo, infatti, si è schierato platealmente a favore dei flussi migratori, pena essere “beccato” con parole molto poco “politically correct” dal leghista.

Da essere umano non mi piace l’atteggiamento di Salvini, credo che sia un comportamento distruttivo se devo dire la mia. Ognuno è libero di avere delle opinioni, ma penso che quando c’è un bisogno o una necessità ci vuole un processo costruttivo attorno. Non mi piace la parola migranti, mi sembra denigratoria e non rispettosa. Mi piace la parola nuovi italiani. Non c’è da parte mia alcuna polemica di qualunque tipo nei confronti di Salvini e nemmeno della politica. Né ho voglia di entrare in quel territorio che non mi interessa. E, soprattutto, non ho alcuna intenzione di legarmi con la politica come hanno fatto certi imprenditori.” ha dichiarato Lapo Elkann.

Pronta la risposta del leghista, che con il suo solito “savoir faire” da reazionario, attacca l’imprenditore con parole poco carine: “Da Lapo Elkann dichiarazioni stupefacenti. Coloro che si dicono buoni, al contrario di Salvini brutto, cattivo e razzista, hanno sulla coscienza la responsabilità di queste maggiori partenze e di questi maggiori morti. I geni al Governo hanno ri-spalancato i porti ottenendo zero. Torniamo indietro di 2 anni e sarà un dramma.

Ancora una volta, si monta una querelle che definire grottesca è anche riduttivo. Ma colpisce come il leader della Lega scelga “ad hoc” i soggetti a cui rispondere direttamente.

La politica “social” contro i “deboli” di Matteo Salvini

Matteo Salvini è sempre molto oculato (o almeno, lo è il suo staff, quando agisce da solo lascia molto a desiderare). Sa benissimo dove colpire, quando colpire e soprattutto chi colpire. Sì, perché se c’è un minimo comune denominatore nella strategia del politico leghista è proprio il “soggetto” su cui riversare la propria bile. Lapo Elkann, reduce da tutti gli scandali che lo hanno coinvolto, sembra il capro espiatorio perfetto.

Del resto, qual miglior nemico per ravvivare la propria immagine di “perfetto purista” di un ex tossico che ha quasi rischiato la morte? Nonostante gli scandali della vita privata, però, il torinese ha comunque avuto ottimi risultati in campo imprenditoriale, riscattandosi soprattutto negli ultimi anni grazie a vari progetti interessanti, tra cui il Ferrari Tailor Made e il progetto 500 By Gucci, che ha fruttato alla Fiat un bel po’ di capitale da reinvestire. Naturalmente, però, a Matteo Salvini non interessa il lato positivo della vita di Lapo Elkann. No. Interessa il lato debole degli avversari, quello su cui può mirare per costruire una propria identità più forte.

Un pensiero, quello del leghista, che appare come distorto, malato, quasi ai limiti della pazzia. Fare sciacallaggio non è certo una novità per l’ex ministro dell’Interno, ma puntare sul passato torbido della gente per riscattare la propria immagine che è in completa crisi vuol dire essere arrivati proprio alla frutta. Vuol dire non avere più freni, andare ad invadere anche la vita privata altrui rievocando una gogna mediatica che non giova a nessuno ed incattivisce solo ulteriormente la pubblica piazza.

Ma del resto, il leghista è di queste fattezze, e lo si conosce ormai bene. “Un borghese piccolo piccolo“, avrebbe detto Mario Monicelli. E grottesco.