Boko Haram colpisce ancora, portate in salvo alcune ragazze

Dopo l’attacco di lunedì scorso da parte di Boko Haram ad una scuola della Nigeria nord-orientale, diverse ragazze sarebbero state salvate dall’esercito nigeriano

Dopo quattro anni dall’attacco di Boko Haram al collegio femminile di Chibok, l’organizzazione jihadista colpisce nuovamente. Lunedì scorso intorno alle ore 18.00 un nuovo attacco ha interessato la Nigeria nord-orientale. 111 delle studentesse che frequentano la “Government Girls Science and Technical School” di Dapchi, un villaggio nello stato di Yobe, a circa 270 chilometri da Chibok, sono state rapite. Un comunicato del governo di Yobe ha accertato che le ragazze scomparse siano state rapite dai terroristi. Inizialmente si credeva che insegnanti e studentesse fossero riusciti a sfuggire alla furia di Boko Haram avvertendo i rumori dei terroristi in avvicinamento. Stando a quanto indicato ne “La Repubblica” le famiglie avrebbero aspettato 24 ore prima di denunciare la scomparsa delle ragazze. Molte ragazze infatti alcune ore dopo l’attacco sono ritornate dopo essersi nascoste. Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 ore” queste sarebbero le ultime notizie. Dalle informazioni raccolte dall’agenzia Reuters si comprende che 76 ragazze sarebbero state salvate ieri dall’esercito nigeriano e sarebbero stati recuperati i corpi di due ragazze morte. La situazione appare simile a quella verificatasi quattro anni fa a Chibok dove un collegio femminile venne messo a ferro e fuoco dai jihadisti di Boko Haram. Furono 276 le studentesse rapite, sfruttate sessualmente, costrette alla schiavitù, probabilmente anche costrette ad immolarsi come kamikaze. Molte studentesse sono ancora tra gli artigli di Boko Haram. Nonostante il fatto abbia mobilitato il mondo con la campagna #BringBackOurGirls “Riportate indietro le nostre ragazze”, cento ragazze di Chibok sono state salvate solo lo scorso settembre. Altre 80 furono liberate a maggio dopo uno scambio di prigionieri tra il governo nigeriano e Boko Haram. Una questione che è a cuore di personalità come Michelle Obama e la giovane Malala, premio Nobel e ancora non dà pace alle famiglie colpite dai rapimenti delle loro figlie.
Redazione ZON

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