Il Governo, tramite il Ministro dei Beni Culturali, ha annunciato la sua intenzione di eliminare il bonus cultura per i neo diciottenni. La misura, che prevedeva l’erogazione di 500 euro per ogni neo diciottenne, da spendere in prodotti culturali (libri, cinema, teatro ecc…) era stata introdotta dal governo Renzi.
Le dichiarazioni del ministro non lasciano dubbi, arrivando persino a dire che i neo maggiorenni, se vorranno spendere in cultura, potranno fare a meno di un paio di scarpe: “In alcuni casi era meglio spendere diversamente i soldi. Penso alla 18 App, i 500 euro in buoni da far spendere ai diciottenni. Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe“.
Su queste parole si registrano forti critiche dal PD. Francesco Gerace ad esempio, dalle colonne di Democratica, afferma: “Paragonare un libro ad un paio di scarpe è già sbagliato di per se, ma quello che salta all’occhio è come il ministro non si renda conto che un’affermazione del genere è discriminante nei confronti dei ragazzi dei ceti sociali più deboli“.
Andrea Marcucci, capogruppo PD al Senato, afferma che l’annuncio prelude ad un taglio al settore culturale da parte del governo, con un danno non solo ai giovani ma anche al settore economico: “la 18App ha prodotto finora acquisti per 268 milioni di euro, di cui l’80% in libri (circa 220 milioni), ha coinvolto fino ad oggi 764.000 ragazzi e sta per essere imitata in Francia. Tagliarla significa anche produrre un danno sensibile ai consumi culturali“. La misura, in effetti, è stata imitata da Emmanuel Macron in Francia.
Occorrerà seguire gli sviluppi della questione, ma sembra ormai probabile l’effettiva abolizione della misura, e la previsione di eventuali iniziative sostitutive (che però attualmente non sembra essere in campo).
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