L’ora della verità sta per scoccare. La premier Theresa May ha presentato al Governo britannico il piano di 500 pagine sulla Brexit. Se superasse quest’ostacolo, dovrà trovare in Parlamento 320 voti per far passare l’accordo sull’addio del Regno Unito all’UE, fissato per legge il 29 Marzo 2019.
Se il Governo dirà sì all’accordo, si sbloccherà il summit UE di fine mese. Il Parlamento britannico voterà, invece, a Dicembre. L’accordo, però, è tutt’altro che scontato. Due donne dell’esecutivo, ovvero Esther McVey, ministro lavoro e pensioni, e Penny Mordaunt, ministro sviluppo internazionale, sono contrarie al piano. Inoltre, i numeri in Parlamento non darebbero la matematica certezza alla premier.
I 10 voti del DUP sono dunque molto dubbi. Più importanti e pericolosi sono i numeri del “no” dentro il partito conservatore. Circa 50 deputati Tory pro-Brexit lavorano da mesi per far dimettere Theresa May. Paradossalmente, un aiuto sulla Brexit, la May, potrebbe averlo da quei deputati dell’opposizione che potrebbero votare l’accordo per scongiurare lo scenario peggiore.
Ma il leader Jeremy Corbyn e il suo numero due John McDonnell puntano a far cadere questo Governo per nuove elezioni politiche. Dal punto di vista strategico, infatti, Corbyn sta soppiantando pian piano la May e potrebbe scavalcarla. Ma ancora è tutto da vedere.
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