Un passo in avanti sembra esser stato fatto nello studio dell’autismo. Ad oggi non sono ancora state elaborate teorie soddisfacenti sulle cause di questo disturbo, ma gli studiosi sono alla costante ricerca di indizi su come predire la sua comparsa. Sembra assodato, comunque, che i fattori genetici incidano in maniera molto significativa. A questo proposito, un recente studio sembra aver trovato nello sperma degli uomini una chiave per poter prevedere l’eventuale sviluppo del DSA nei bambini: secondo i ricercatori, i cambiamenti epigenetici nello sperma potrebbero predire se il figlio di un uomo avrà l’autismo.
Gli scienziati della Washington State University, del Valencia Clinical Research Center e dell’University Valencia in Spagna hanno scoperto biomarcatori nel liquido seminale che potrebbero essere in grado di indicare se è probabile che un padre abbia un figlio con un disturbo dello spettro autistico, con una precisione fino al 90%. Si tratta di un passo importante anche verso l’identificazione dei fattori che potrebbero promuovere l’autismo.
Il team di scienziati ha lavorato sullo sperma di 26 uomini, metà dei quali con figli affetti da DSA, e studiato 805 diverse regioni di metilazione del DNA che sembravano collegate al fatto che il padre avesse figli con autismo. Ai ricercatori è stato quindi sottoposto un test alla cieca in cui dovevano indovinare se 18 uomini avevano figli con autismo semplicemente osservando il loro genoma e tenendo d’occhio queste regioni di metilazione del DNA. Ad eccezione di due falsi negativi, hanno identificato correttamente tutti i padri, con un tasso di accuratezza di circa il 90 percento.
Si tratta di un piccolo studio, i cui risultati sono stati riportata sulla rivista Clinical Epigenetics, e che non basta da solo a far luce sulla trasmissione dello spettro autistico. Tuttavia, si sta già lavorando su uno studio più ampio che coinvolga più di 100 persone e che si spera confermi quanto ipotizzato in seguito alla prima ricerca.
Da tempo gli scienziati sospettano che l’autismo abbia qualche legame con i cambiamenti epigenetici causati da diversi fattori ambientali e molecolari, che tuttavia non sono stati ancora identificati con precisione. Si spera perciò che una migliore comprensione di questi biomarcatori appena identificati possa aprire la strada all’elaborazione di ciò che ha innescato i cambiamenti epigenetici in origine.
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