La Candida Auris sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori. Si tenta di risalire alla causa che ha portato in breve tempo alla rapida evoluzione del fungo mortale, identificato oltre un decennio fa e segnalato in oltre trenta Paesi. Secondo studiosi degli Stati Uniti e dei Paesi Bassi, il riscaldamento globale potrebbe aver rappresentato un elemento cruciale nella diffusione della minaccia, avvenuta contemporaneamente ed in maniera indipendente in India, Sudafrica e Sud America: la teoria è stata pubblicata sulla rivista dell’American Society for Microbiology, mBio. È stata infatti sottolineata la grande capacità di adattamento da parte della Candida all’innalzamento delle temperature, nonché quella di replicarsi alla temperatura del corpo umano (37°C).
Quella che per il momento è ancora una teoria sarà verificata o smentita dai ricercatori, preoccupati dal fatto che il fungo in questione sia in grado di svilupparsi a temperature maggiori rispetto agli altri.
L’elemento più preoccupante che riguarda la Candida Auris risiede nella sua resistenza alla maggior parte dei farmaci antifungini. Il fungo può diffondersi soprattutto all’interno delle strutture sanitarie ed essere particolarmente pericoloso per i soggetti con sistema immunitario compromesso, per i quali risulta essere fatale nel 30-60% dei casi. Il micete, nella sua diffusione, rischia di infettare sangue, sistema nervoso centrale, reni, fegato, ossa, muscoli, articolazioni, milza e occhi.
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