Cannes 2017: ecco la lista dei nomi di tutti i vincitori del festival del cinema presentato dalla nostrana Monica Bellucci
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La Palma d’oro, premio principale assegnato durante il festival del cinema di Cannes, quest’anno è andato al regista svedese Ruben Östlund, con il suo The square, ritratto della società contemporanea fatto attraverso il personaggio del curatore di un museo d’arte moderna. Mentre prepara una mostra che vorrebbe essere un invito all’altruismo e alla solidarietà, una serie di eventi surreali e imprevisti lo fa sprofondare in una crisi esistenziale.
Un altro momento topico della serata di chiusura è stato il discorso di Monica Bellucci, che ha condotto il festival in maniera pulita e snella. Con il suo monologo, la Bellucci ha ricordato il valore del cinema come arte che permette il dialogo con la propria coscienza. L’arte cinematografica ha il ruolo di specchio nel quale si riflettono luci e ombre della realtà, ma può contemporaneamente guarire le nostre ferite. La speranza espressa dall’attrice italiana è quella che sempre più registe trovino il loro spazio. E il discorso della madrina sembra esser stato profetico, perché la presenza femminile è stata molto forte nel Palmarés. La regista tedesca Maren Ade, uscita lo scorso anno senza riconoscimenti per il suo Toni Erdmann ha dichiarato con soddisfazione: “Sono sempre contenta quando incontro altre registe, dopo essere stata per anni circondata da uomini. Cedo che abbiamo sempre più bisogno di donne dietro la macchina da presa perché se il cinema deve riflettere la società allora noi abbiamo bisogno di storie raccontate al femminile”
La settantesima edizione sarà ricordata per un Palmarès sicuramente ricco che il presidente Almodovar ha definito “elaborato molto velocemente, con forti discussioni, ma in modo assolutamente democratico”. Insieme ai suoi colleghi Maren Ade, l’attrice e regista Agnès Jaoui,Gabriel Yared, Fan Bingbing, i divi americani Jessica Chastain e Will Smith, il nostrano Paolo Sorrentino e il coreano Park Chan-Wook, , il maestro spagnolo ha poi elaborato una lista di premi che ha privilegiato le donne (Nicole Kidman e Diane Kruger, una regista come Sofia Coppola e un’altra come Lynne Ramsay per la sceneggiatura). Will Smith, scherzando (ma fino ad un certo punto) ha aggiunto: “La prossima volta ci occuperemo del colore della pelle e delle minoranze. Del resto io sono fiero delle mie radici e del cinema africano. Ma per stasera va bene così”
Il grand Prix Speciale della Giuria è andato a 120 battements par minute con cui il francese di origine marocchina Robin Campillo rappresenta in maniera molto personale l’ambiente dell’attivismo gay contro l’Aids della Francia anni Novanta. Il regista racconta qui il percorso del gruppo tra azioni dimostrative, difficoltà di convivenza fra spiriti diversi, storie d’amore e il dramma della malattia. Campillo ha preso la parola dopo una standing ovation in sala: “Ci tengo a dire che ho fatto il film insieme a tante persone che mi hanno sostenuto, sono contento che sia stata un’avventura collettiva perché racconta una storia collettiva. Voglio ringraziare tutta la troupe e anche i miei compagni dell’epoca, il film è un omaggio a chi è morto ma anche a chi è sopravvissuto avendo ancora molto coraggio ha messo la propria vita in pericolo per l’attivismo. Penso a loro stasera”. Sul film di Campillo, Almodovar ha aggiunto: “Io ho amato il film, non avrei potuto amarlo di più. Ne sono stato toccato dall’inizio e alla fine. Io però fin dall’inizio ho chiarito che avrei avuto una giuria democratica e io non sono stato altro che la nona parte di questa giuria. Questo è tutto quello che posso dire; la maggioranza della giuria ha amato il film di Campillo e indipendentemente dal fatto che io sostenga le questioni LGBT il film ha raccontato un’ingiustizia”. Poi, commosso, ha aggiunto: “Il film è un omaggio agli eroi che con il loro sacrificio hanno salvato molte vite”.
Il premio per il miglior attore è stato assegnato a Joaquin Phoenix con You Were Never Really Here, in cui interpreta un traumatizzato ex agente dell’FBI che ora si adopera a recuperare ragazze scappate di casa. Ma l’ultimo caso lo trascina in un giro di traffico di minorenni che lo porterà a fare di tutto per salvare Nina, figlia adolescente di un politico più preoccupato per la sua compagna elettorale che per le sue sorti. “Si tratta di un premio inatteso – ha detto l’attore che si è presentato in sneakers sul palco – scusate le mie scarpe, non sono adatte lo so ma ho rimandato a casa quelle più adeguate. Grazie Lynne, ti adoro” ha aggiunto rivolto alla sua regista
Il premio come miglior attrice è andato a Diane Kruger, che ha recitato nella sua lingua madre (il tedesco) conquistando così la giuria di pedro Almodovar. Ex ballerina ed ex modella, dopo aver attraversato ogni tipo di cinema, si è finalmente misurata con un ruolo in cui ha potuto dimostrare tutte le sue qualità.
Il premio per la miglior regia, invece, è andato a Sofia Coppola, prima regista donna a riceverlo. Il film premiato è L’inganno con Nicole Kidman, remake del film di Don Siegel del ’71. Sofia, in un messaggio letto dalla regista Maren Ade, ha detto: “grazie alla giuria per l’onore del premio e al festival per avermi selezionato, grazie a mio fratello Roman, a mio padre per avermi insegnato l’amore per il cinema e mia madre per avermi incoraggiato ad essere artista”. La giuria ha inoltre attribuito un premio speciale per il settantesimo anniversario del festival a Nicole Kidman. L’attrice non era presente e ad accettare il premio per lei è stato Will Smith.
Il premio della giuria è andato a Loveless del regista russo Andrey Zvyagintsev. Il film racconta la storia tragica di un dodicenne nel pieno del divorzio dei suoi genitori. Il premio della sceneggiatura è stato attribuito ex aequo al greco Yorgos Lanthimos e all’americana Lynne Ramsay per You were never really here mentre la Camera d’oro, premio dedicato alle opere prime, è stato consegnato a Jeune Femme della regista francese Lèonor Serraille. Infine la palma d’oro al miglior cortometraggio è andata al cinese Xiao Cheng er yue di Qui Yang