29 Maggio 2017 - 11:45

Francesco Totti, l’addio che segna la fine di un’era e non solo

Francesco Totti

Con l’addio di Francesco Totti il calcio italiano sarà costretto a guardarsi allo specchio e fare i conti con la propria coscienza

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Quello che passerà alla storia come il “Totty Day” in realtà è stato una specie di festival della nostalgia, con la televisione che ha contato, e ci ha costretto a contare, i giorni e le ore per un’intera settimana fino al giorno fatale in cui Francesco Totti ha deciso (finalmente) di appendere gli scarpini al chiodo. Er Pupone prometteva da tempo di smettere, ma non lo faceva mai, perchè aveva ancora qualcosa da dire, principalmente a se stesso, e poi al mondo dello sport.

Il Capitano ha dimostrato che l’attaccamento alla maglia è una cosa rara, specialmente in un tempo in cui i fattori che condizionano la scelta di una squadra sono altri. In primis il denaro, ovviamente, con campioni che, a fine carriera, scelgono di emigrare in posti lontanissimi per raggranellare ancora qualche milione di euro vivendo, più che di goal, della propria immagine riflessa negli occhi di tifosi in Paesi dove il calcio viene visto come un integratore più che come uno sport.

Poi ci sono i procuratori, gli squali più pericolosi che la natura possa contemplare, che invece di pensare a quanto potrebbe essere infelice un ragazzo di 18 anni (senza fare nomi) se di colpo dovesse trasferirsi in un altro Paese, pensano ad imbottirlo di soldi come un bel tacchino della festa, per poi cuocerlo nel forno del calciomercato.

E poi ci sono le mogli, e le compagne che, in base a quanto è emerso recentemente, riescono a condizionare le carriere dei giocatori in base alle proprie preferenze per una città o un altra. Se a tua moglie non piace la città dove giochi, caro campione moderno, anche se sei il re incontrastato di quella città, sarai costretto ad abdicare se lei non tollera il clima troppo rigido e non ci sono parrucchieri bravi, lo sai?

L’addio

Ma torniamo a Francesco Totti e al suo addio. Tanti campioni prima di lui si sono ritirati circondati dall’abbraccio dei tifosi, ma quello che è accaduto ieri allo Stadio Olimpico è stato da brividi, e non tutti positivi. Le emozioni hanno attraversato i cuori dei tifosi di ogni angolo d’Italia, perchè comunque si è trattato di dire addio ad un’emblema del calcio moderno, ad un grande campione che per prima cosa è un ragazzo che ha realizzato il sogno di giocare nella squadra della sua città e diventarne la bandiera. Ma gli altri?

Questo enfatizzare e celebrare il ritiro di un calciatore di Serie A non è andato giù a molti, e non solo a coloro che ritengono il calcio una inutile perdita di tempo domenicale. La lettura della lettera, la commozione, la confessione di un uomo che ha affermato di avere “paura per il futuro” forse sarà sembrato uno schiaffo a coloro che davvero affrontano la paura del futuro ogni giorno, e con molto meno denaro sul proprio conto in banca rispetto a quello dei signor Totti.

Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma nel nostro Paese l’unica cosa che ci unisce veramente, sempre e comunque, è il calcio. Persino le mogli lasciate a casa sole la domenica per vedere “la partita di pallone” a suo tempo sono scese in strada per festeggiar la vittoria della Nazionale. E’ paradossale ma è così! E allora? Niente, Totti si è ritirato, adesso possiamo tornare alla normalità perchè abbiamo tutti un bel pò da fare.

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