Tre capolavori italiani non solo da ammirare ma anche da decifrare
Al mondo esistono prestigiosi dipinti che sono unici non solo per la loro incredibile bellezza artistica ma anche per alcune caratteristiche
Al mondo esistono prestigiosi dipinti che sono unici non solo per la loro incredibile bellezza artistica ma anche per alcune caratteristiche meno visibili e ben nascoste in cui i pittori lasciano la loro impronta indelebile; dei veri e propri enigmi rappresentati sotto forma di codici numerici e lettere tutti da decifrare. Restiamo in Italia e scopriamo insieme tre capolavori davvero misteriosi…
L’enigmatica Gioconda
Al primo posto c’è il dipinto dei dipinti, una delle opere più ammirate al mondo esposta nel magnifico Museo del Louvre a Parigi: stiamo parlando naturalmente della Gioconda di Leonardo da Vinci. Come descritto da Il Messaggero, la maggior parte dei visitatori focalizza l’attenzione sul suo enigmatico sorriso, ma una volta analizzata al microscopio, gli storici hanno scoperto che all’interno degli occhi di Monna Lisa sono presenti dei minuscoli numeri e lettere, quasi a formare un codice segreto. Nell’occhio destro si intercettano le lettere LV che potrebbero simboleggiare il nome dell’artista, Leonardo da Vinci, mentre nell’occhio sinistro sono visibili anche alcuni simboli, non ben definiti. Oltre alle lettere C, E e forse la B, è presente anche la cifra 149, con un quarto numero cancellato, che potrebbe suggerisce la data in cui è stato realizzato il dipinto a Milano, nel 1490. Inoltre, sotto l’arcata del ponte è visibile il numero 72, posizionato da Leonardo alla sinistra della Gioconda e scoperto da Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici e culturali. L’ipotesi più attendibile è che il numero simboleggi la distruzione del Ponte Gobbo di Bobbio a Piacenza avvenuta nel 1472, dopo un’enorme ondata del Trebbia in piena.
Il Cenacolo e i suoi misteri
Il secondo capolavoro di Leonardo da Vinci, considerato un vero e proprio rompicapo matematico e geometrico, è il “Cenacolo”. Realizzato tra il 1495 e il 1498, è conservato nell’ex-refettorio del convento accanto alla Basilica Santa Maria delle Grazie a Milano ed è datato 1495-1498. Come ci racconta il sito Supereva, la matematica e la geometria, scandiscono le prospettive spaziali e vanno a creare un chiaro contrasto tra l’ordine solenne della stanza e il dramma degli apostoli in continuo movimento, regalando allo spettatore un subliminale scenario numerologico legato al rapporto trinitario 1:3 e al rapporto 3:4, tra la dimensione divina e quella terrestre o sublunare. Oltre alle tre finestre dietro Cristo, a quattro scuri e quattro scomparti laterali con arazzi, sono presenti tre vele del soffitto e quattro gruppi di apostoli composti da tre persone ciascuno. Tutti questi elementi numerici, hanno una duplice funzione: creano un ordine perfetto nel dipinto e una sorta di contrasto tra la scena solenne e la drammaticità degli apostoli. Inoltre, la relazione tra Cristo, con i tre finestroni alle spalle, e le tre vele dovrebbe suggerire l’emanazione trinitaria di Cristo e il suo imminente ritorno al Padre, che è rappresentato dalla luce del paesaggio in lontananza, al di là dei finestroni.
Numeri e fortuna: questione di fiducia
La numerologia e il suo rapporto con la fortuna ha origini molto lontane e deriva fondamentalmente dalle credenze popolari e dalle superstizioni tramandate nel corso del tempo, di generazione in generazione. Secondo un recente studio realizzato da Betway Casinò sotto forma di infografica, nel mondo, almeno l’80% delle persone è legato ad un numero fortunato che riesce ad accrescere in un certo senso la fiducia in se stessi. Ciò è vero soprattutto nei momenti che richiedono scelte importanti, ma anche durante momenti più leggeri, di puro svago come può essere il gioco della roulette online, in cui spesso si punta proprio sul numero preferito e app divertenti come Ruota Fortunata di Betis o Tombola di Natale. Tornando al discorso sui numeri, al primo posto sul podio dei numeri più favoriti dalla sorte c’è il sette, mentre il tre e il quattro sono considerati in modo negativo, come il 27 e il 666, quest’ultima una delle cifre più usate nei film horror perché legato al Demonio secondo le Sacre Scritture. A proposito di numeri portafortuna uno dei capolavori italiani che meglio rappresenta questo concetto è il dipinto del Parmigianino intitolato Ritratto di Galeazzo Sanvitale, risalente al 1524 e conservato al Museo di Capodimonte a Napoli. La mano destra del conte esibisce una medaglia dorata su cui c’è inciso il numero 72, una sorta di amuleto dal quale l’uomo riceveva forza e sicurezza. Il 72, secondo la Cabala, che in quell’epoca era molto diffusa anche nella sua versione cristianizzata alla quale tanto si dedicò Pico della Mirandola, rappresentava la totalità delle lettere che formano il nome di Dio. Questo numero viene ricavato da alcuni versetti del capitolo 14 dell’Esodo – 19, 20 e 21 -, ognuno costituito, all’interno del testo originale ebraico, da 72 lettere.
Dipinti inestimabili di grandi maestri come quelli sopracitati sono spesso considerati opere d’arte anche se spesso, come abbiamo visto, nascondono misteri e codici indecifrabili. Oggi, grazie alla tecnologia digitale alcuni segreti sono stati svelati, dai minuscoli simboli ai numeri che spesso gli artisti nascondevano minuziosamente all’interno di queste opere.
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