20 Febbraio 2023 - 18:33

Carnevale, cosa sappiamo davvero di questa festa pagana?

Ma cosa sappiamo davvero sul Carnevale? Una carrellata di tradizioni tra riti antichi, cibo, mascheramenti e riti propiziatori

carnevale

Carnevale resta una delle feste più goliardiche dell’anno che precede il periodo di Quaresima ed è ricca di tradizioni legate a riti, maschere, celebrazioni pagane, cerimonie di fertilità e purificazioni sociali.

Prima di tutto c’è da dire che le origini del Carnevale risalgono a dei mascheramenti di inizio anno legati a feste arcaiche. La Chiesa intervenne quasi subito nel V secolo per condannare queste tradizioni imponendo divieti ai mascheramenti come quelli da cavallo, cervo, vecchia poiché cambiavano le sembianze dell’uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Le maschere del Carnevale conservano inoltre alcuni simboli precristiani. Uno di questi è l’orso che da un lato rappresenta la vita contadina, in quanto va in letargo e si risveglia con la primavera quando si possono consumare le scorte di cibo. Ma l’orso rappresenta anche il passaggio dall’animalità all’umanità, in quanto esso è il simbolo della natura selvaggia che viene poi domato ad esempio da una fanciulla.

Ma quali erano questi riti arcaici? Si trattava dei Saturnali, le festività pagane dedicate al dio Saturno, che poi la Chiesa cercò di limitare e di circoscrivere con l’arrivo della Pasqua e del periodo di Quaresima.

Solo nel 1400 il Carnevale divenne una festa riconosciuta e regolamentata anche dalle autorità con parate, spettacoli, carri, maschere, gare, feste, danze, canti e tanti doppi sensi.

A Firenze i Medici organizzavano sfilate di carri con canti “carnascialeschi”. A Roma c’ erano le corse dei barberi e cavalli senza fantino. A Bologna Giulio Cesare Croce compose scritti burleschi per la festa. Il Carnevale di Venezia resta nella storia uno dei più spettacolari. Il primo documento ufficiale che lo dichiara festa pubblica è del 1296 e l’abitudine di girare in maschera nascondendo così la propria identità divenne diffusissima. Per la gente era soprattutto il momento degli eccessi, a partire dal cibo per il “tempo grasso” in quanto in questi giorni veniva ucciso il maiale. Dopo le trasgressioni della festa si rimediava col digiuno quaresimale e il ritorno dell’abbondanza in primavera.

Ma il Carnevale oltre le maschere, i travestimenti e il cibo era un momento in cui la violenza veniva portata in pubblico. Uno degli esempi simbolo è proprio il Carnevale di Ivrea con la battaglia delle arance o gli scontri con animali come la caccia ai tori.

Il Carnevale è anche una festa di fine inverno ed un passaggio verso la primavera. Le maschere rappresentavano gli esseri infernali, gli spiriti, i morti, cioè le forze legate al sottosuolo che possono favorire il risveglio della terra. Si trattava di una sorta di rito propiziatorio per auspicare la fertilità, non a caso molte maschere erano adorante da fiori. La maschera di Arlecchino ad esempio deriva da “Hellequin” figura diabolica medievale.

Poiché la festa di Carnevale è storicamente legata al digiuno dopo gli eccessi e alla Quaresima, la festa cade ogni anno in giorni diversi. Bisogna calcolare 6 settimane prima della Pasqua, le ultime 5 sono di quaresima. Inoltre bisogna calcolare il giorno in cui cade il giorno di Pasqua, che va calcolato con la prima domenica dopo la prima luna piena dell’equinozio di primavera (dal 22 marzo al 25 aprile).