8 Gennaio 2017 - 18:32

CARO BABBO NATALE. LETTERA APERTA DI UN BAMBINO MAI CRESCIUTO

Caro Babbo Natale,

come stai? Sei dimagrito? Fai movimento? Scusami se in tutti questi anni non ci siamo più sentiti, ma ben sai che sono di un permaloso non normale, e non ti perdonai quella volta che ti chiesi il pupazzo di Pikachu e ti presentasti con un orsacchiotto di peluche, dicendomi che si chiamava Pikachu ma Pikachu non era. Prima di entrare nei dettagli di questa mia, faccio una premessa: io non ti ho mai messo fuori dal mio balcone, al freddo e al gelo, che tenti di arrampicarti con la corda o con la scaletta per un po’ di calore e con tutte quelle lucine che sembri la base dove far atterrare un elicottero, se ti va bene. E non sono nemmeno quello che ti ha incollato sul paraurti del furgone della ditta scorazzandoti per tutta la città. O quello che ti mette dietro la porta appeso sotto al vischio di plastica mentre ti dondoli sopra un “WELCOME”ogni volta che la porta s’apre, accompagnato da suoni di campanelle da corso tibetano! Avendo chiarito ciò, come si conviene nelle migliori letterine, dovrei iniziare ad elencare le cose che vorrei da te. La storia dei Re Magi ci insegna che due regali di Natale su tre fanno cagare, quindi non vorrei lasciare nulla al caso. Sai che non sono uno difficile da accontentare e sono anche democratico, metaforicamente parlando, quindi lascio a te la scelta. Mi vergogno sai, non avrei mai pensato di tornare a scriverti. Una volta fui così cattivo che ti scrissi la letterina  coi ritagli di giornale per non farmi riconoscere. Volevo solo raccontarti un pò come mi sto preparando a questo Natale. Sto mangiando tantissimo per superare la prova pigiama , di 4 taglie in più, che mi regalerà come ogni anno, un parente a turno. Mancano esattamente dieci giorni, sto già girando per negozi sperando di trovare dei regali ganzi per la mia famiglia. Le donne di casa stanno già preparando il menù del cenone. Per loro il 24 è sacro, soprattutto in cucina. Per me la vigilia di Natale è copiare e incollare “grazie, anche a te”. Quelli che ti augurano un “sereno Natale” vogliono realmente che tu stia bene, ma leggermente meno di loro. Come ogni anno, ci sarà il via vai di chiamate di nascosto: “ma secondo te può piacergli? L’ho visto in un negozio!” oppure “secondo me la scelta migliore è un bel buono sconto!”. Le persone che vi regalano dei buoni-regalo a Natale vogliono semplicemente che facciate la coda al posto loro. Mica scemi! E come ogni anno, puntuale, mi sale una tristezza infinita. Sai, qualcuno a tavola non c’è più a Natale. Ricordo quando mia nonna mi dava i soldi di nascosto, sfilandoseli dalla manica e dicendo “Non dire niente a tuo nonno”. E mio nonno faceva uguale. Sai di essere cresciuto quando nessuna delle cose che desideri per Natale può essere acquistata in un negozio. Eppure il Natale ha sempre quel suo fascino particolare, che tu ben sai. Ogni anno non vedo l’ora che arrivi, e che non passi in fretta. Porta con se le sue routine, i suoi capi saldi. Tipo i regali. Le tre frasi che riassumono il Natale sono: Pace in terra, che il tuo Natale sia ricco di gioia, e batterie non incluse. Ho fatto l’Albero, e ho comprato anche una nuova serie di luci. Ora sembra di stare a Dubai. Ho fatto anche il Presepe, molto piccolo e sotto l’albero. Forse ci sono troppe pecore ma non ho voglia di toglierle. Metterò un lupo. Non vedo l’ora di ricevere i messaggi di auguri, soprattutto quelli caritatevoli e pieni d’amore. Così allargo la lista delle persone da cui devo diffidare. Caro Babbo Natale, la verità è che ti ho scritto perchè una cosa volevo chiedertela davvero, spero che non ti costi molto. Ti chiedo di far si che non si spenga mai quell’interruttore che abbiamo dentro, il pulsante Natale Modalità On! Spero che il mio entusiasmo, un giorno, possa trasferirlo ai miei figli. Così come i miei genitori fecero con me. Spero di rivedere tutti a quella tavola per almeno cento anni ancora, magari senza regali di merda questo si, ma devono esserci tutti. Spero di incontrarti un giorno, magari in borghese. E spero di credere sempre che in fondo, esisti. Così come esiste il sole, che entrambi non possiamo toccare. Ma che esisti, da qualche parte nel cosmo.

Ah, dimenticavo: l’orsacchiotto Pikachu, anche se non era quello che volevo, è sempre lì. E mi piace ancora molto.

Tuo Antonio