immagine diffusa da CasaPound
La sentenza è stata chiara, e parla di ricostituzione del partito fascista. Oltre alle aggressioni ai manifestanti del corteo anti Salvini, compresa l’europarlamentare Eleonora Forenza, e ad alcuni carabinieri. Il Tribunale di Bari ha disposto la chiusura della sede di CasaPound.
L’indagine è stata coordinata dal procuratore aggiunto, Roberto Rossi. Trentacinque sono le persone indagate nella prima inchiesta sull’estrema destra a Bari. La Procura, infatti, ha accusato 30 di loro per “aver partecipato a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e di aver attuato il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica“. Soprattutto, ha sottolineato il pericolo concreto di nuove aggressioni.
I fatti si riferiscono al 30 Settembre scorso, quando i militanti aggredirono quattro persone al corteo. La polizia ha diretto le indagini in direzione dell’attacco premeditato. Trenta militanti del movimento di estrema destra rispondono invece di “riorganizzazione del disciolto partito fascista” e “manifestazione fascista” e dieci di loro di aver materialmente compiuto l’aggressione.
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la commemorazione per la morte di Benedetto Petrone, 18enne ucciso in un agguato fascista il 28 Novembre 1977, ha chiesto la chiusura delle sedi di CasaPound in città.
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