Politica

Catalogna: conviene davvero così tanto l’indipendenza?

Il premier spagnolo Sanchez ha riunito il Governo spagnolo a Barcellona, in Catalogna. E ha scatenato le proteste degli indipendentisti

Una provocazione. Gli indipendentisti della Catalogna hanno letto in questo modo la riunione, indetta dal premier Pedro Sanchez a Barcellona. Infatti, la decisione ha scatenato proteste e tumulti in tutta la città, che ad oggi è in pesante rivolta.

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Per il pomeriggio i manifestanti hanno organizzato rivolte contro il Governo centrale tra i Jardinets de Gràcia e Placa de Catalunya. I politici catalani, ancora in carcere con l’accusa di sedizione e disobbedienza, continuano lo sciopero della fame in attesa di processo.

La città è stata blindata in previsione delle proteste. I manifestanti hanno bloccato l’accesso alle vie principali con le proprie auto fin dalla mattina. Perché in Catalogna stanno protestando? In base alla decisione del premier Sanchez di tenere il Consiglio dei Ministri a Barcellona, in un momento in cui la tensione nella comunità autonoma è ancora alta.

Il Tribunale supremo infatti dovrà pronunciarsi in modo preliminare sui ricorsi presentati dai politici che sono ancora in carcere per aver dichiarato unilateralmente l’indipendenza. Il referendum che avevano indetto per formare un vero e proprio Governo federale è, infatti, andato male, e l’atto è stato definito come “illegale“.

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Per dimostrare la propria opposizione alla presenza dell’esecutivo, i manifestanti hanno indetto una “mobilitazione permanente” per boicottare la riunione dei ministri. Nel corso della mattinata si sono registrati i primi scontri tra i Mossos d’Esquadra e gli indipendentisti che hanno lanciato oggetti e innalzato barricate nel centro di Barcellona.

Un panorama da guerriglia urbana che non giova certamente ad una Spagna già alle prese con i proprio problemi interni. Il premier Pedro Sanchez sa di dover agire quanto prima possibile, per evitare inconveniente che potrebbero minacciare la quiete spagnola in modo irreversibile. Come farà?

La questione catalana

Naturalmente, si sa, c’è sempre stata una sorta di vero e proprio problema, per qualsiasi Governo spagnolo che sia andato al potere. La Catalogna è una vera e propria spina nel fianco di una Spagna che potrebbe convivere, altrimenti, in maniera pacifica e serena. La situazione della regione, invece, alimenta solo problemi e incertezze.

Diciamolo francamente: la Spagna sta vivendo con la Catalogna un momento che l’Italia potrebbe chiamare di “deja-vù“. Infatti, se si ritorna all’inizio degli anni ’90, e agli anni 2000, si scoprirà che anche noi abbiamo avuto la nostra spina nel fianco: la Lega di Umberto Bossi.

Del resto, cos’ha di diverso il federalismo leghista dall’indipendenza della regione spagnola? Poco o niente. Entrambi sono espressione di una realtà più ricca, oligarchica quasi da un certo punto di vista. Entrambi sono espressione di quella società che si trova agli “alti piani”, di quella società snob, che vorrebbe fare la rivolta ma che, in realtà, dovrebbe essere dall’altra parte della barricata.

Tra l’altro, chiunque viva in Catalogna, in questi ultimi mesi, ha vissuto una situazione a dir poco tragicomica. C’è chi prega perché l’indipendenza non si concretizzi, perché a conti fatti il sostegno del Governo spagnolo è molto più forte di quello catalano. Per ovvie ragioni.

Davvero conviene così tanto, quest’indipendenza?

Antonio Jr. Orrico

Studente al terzo anno di Scienze della Comunicazione, con una passione innata per il giornalismo, per la scrittura, per la lettura e per la musica.

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