Spagna contro Catalogna. Una lotta che non ha mai avuto fine, ma che soprattutto negli ultimi anni si è inasprita in una maniera davvero esagerata. Tanto da costringere lo stesso Governo “del re” a prendere delle misure precauzionali alquanto dure, soprattutto in termini di limitazione della libertà d’espressione. La notizia che rimbalza di sito in sito, di social in social, è che anche l’app Telegram, mezzo di comunicazione degli indipendentisti dopo l’oscuramento del sito, è stata censurata dal Governo spagnolo.
Ma sul profilo Twitter, gli stessi negano e confermano il funzionamento. Con una qualsiasi “app Vpn”, infatti, è possibile accedere al sito www.tsunamidemocratic.cat anche dalla Spagna. A questo punto, proprio dalla stampa straniera arriva il paragone tra la Spagna da una parte e la Cina e la Russia dall’altra. Infatti, è emersa la collaborazione tra il Governo e GitHub, società proprietà della Microsoft, che si è occupata di “buttare giù” il portale. A questo punto, anche il Paese iberico entra a far parte di quella “cricca” protezionista di cui fanno parte anche il Paese asiatico e quello europeo.
Su Twitter lo Tsunami ha iniziato a smentire l’accaduto. Gli attivisti hanno però risposto a tono: “Ci sembra molto grave che lo Stato accusi di terrorismo centinaia di migliaia di persone che stanno esercitando il proprio diritto alla protesta e alla libertà di espressione, attraverso la più totale non violenza e la disobbedienza civile. Invece di sedersi e parlare il Governo spagnolo decide di banalizzare e di strumentalizzare il terrorismo.”
Insomma, una guerriglia che ora diventa anche informatica, con intrighi internazionali.
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