Catalogna: un referendum che Spagna ed Europa non possono più ignorare
La Catalogna dopo il referendum e le violenze di ieri mette in seria discussione la Spagna e l’Europa. Quali conseguenze potrebbe avere la consultazione?
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La giornata di ieri passerà alla storia come una delle pagine più controverse per la Spagna. Il referendum per l’indipendenza della Catalogna, infatti, più che per l’esito si è reso celebre per la forte repressione messa in atto dal Governo di Madrid per evitare in tutti i modi la consultazione.
Nonostante le violenze messe in atto dalla guardia civil e polizia nazionale, che hanno attaccato indistintamente chiunque si trovasse nei pressi dei seggi, la consultazione è andata avanti e, come annunciato questa mattina dal portavoce del governo locale Jordi Turull, ha visto prevalere il sì tra il 90% dei votanti (con partecipazione del 42% degli aventi diritto circa).
La situazione creatasi, quindi, non solo ha aperto un nuovo fronte sull’indipendenza della Catalogna, malgrado la partecipazione non altissima, ma ha anche messo in condizioni la Spagna e l’Europa di considerare, obbligatoriamente, ciò che è successo ieri.
Difatti, oltre allo scontato esito del voto – che nella circostanza può essere o meno considerato – , ciò che è accaduto e la tensione creata per il caso specifico non permettono ai due soggetti di ignorare la questione.
In pratica, le posizioni di Spagna ed Europa, da questo momento in poi obbligano ad una riflessione sulla posizione della regione che, in caso contrario, porterebbe all’esplosione di un caso al limite del gestibile.
Per quanto riguarda la Penisola iberica, l’atteggiamento del Presidente Rajoy – con tanto di rifiuto verso la consultazione ed avallo delle violenze compiute – ha messo in ginocchio la nazione che ora si trova di fronte ad un bivio.
La discussione su una possibile autonomia (intesa come accordo minimo dopo quanto accaduto), sulla falsa riga della regione basca, o il continuum sulla posizione oltranzista metterebbe in ogni caso in discussione il già fragile Governo di grande coalizione iberico che rischierebbe di capitolare in ogni caso.
A tutto ciò si aggiunge la (solita) ambigua posizione europea.
Se da un lato l’UE ha fatto finta di non osservare quanto accaduto in Catalogna – come dimostra anche l’assenza di posizioni in merito – dall’altro sarà costretta ad intervenire, in maniera anche tempestiva, sulla questione.
Al contrario della Spagna, però, in questo caso l’intervento dovrà necessariamente essere su due fronti, tali da considerare sia l’abrogazione temporanea di un regime democratico – con interventi fin troppo duri da parte del Governo centrale – che la lenta frantumazione di una nazione da sempre considerata strategica ma mai aiutata a dovere negli anni di regime germanocentrico.
Il referendum in Catalogna, quindi, ha maggiormente complicato le cose ad un’Europa non ancora in grado di autogestirsi e la presenza di un precedente come questo potrebbe aprire anche nuovi scenari in un futuro non troppo distante.
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