28 Settembre 2015 - 10:36

Elezioni in Catalogna e conseguenze per l’Europa

Le elezioni in Catalogna incoronano la lista Junt Pel Sì di Artur Mas. Le premesse del presidente secessionista fanno presumere stravolgimenti tanto a livello locale quanto europeo

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L’esito delle ultime elezioni in Catalogna, con la netta affermazione della lista indipendentista Junts Pel Sì guidata dal presidente Artur Mas, può tranquillamente rappresentare la causa di nuovi grattacapi per la “poco unita” Unione Europea.

Come evidenziato dall’ex Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (“Spagna, Irlanda, Portogallo, Grecia sono tutte vittime di una crisi non necessaria. Ma dobbiamo trovare il modo di stare tutti insieme: è necessario che tutte queste scosse telluriche, come questa in Catalogna, rafforzino l’Europa”), questi repentini cambi di strategia politica, da parte di piccole e grandi realtà, hanno il compito di dare la giusta scossa ad un’Europa ormai allo sbando e riequilibrare l’effettiva parità fra le nazioni (quella presente nei trattati istitutivi).

Infatti, le conseguenze dirette si potrebbero avere su tre ambiti distinti ma legati fra loro da un destino comune: quello nazionale, quello europeo e quello delle altre nazioni.

Elezioni in Catalogna e conseguenze per l'Europa

Artur Mas, leader di Junts Pel Sì e vincitore delle elezioni in catalogna

Per quanto riguarda il primo ambito, gli elementi emersi con maggiore forza dalle elezioni in catalogna sono il fallimento del Premier Rajoy (Partido Popular), che ha racimolato solamente il 7,7%, e la totale disaffezione della popolazione nei confronti della politica portata avanti dal Governo (come affermato anche dal precedente trionfo di Podemos).

Questo ultimo sentimento, che è risultato fondamentale nell’affermazione di Junts Pel Sì, è intrinseco all’altro progetto portato avanti da Artus Mas: l’indipendenza catalana.

Qualora il passo fosse portato avanti nei successivi diciotto mesi (come promesso dallo stesso Mas) si creerebbe una situazione più unica che rara, con la futura nazione totalmente libera dalle “beghe europee”.

Il nascente “Stato Catalano” sarebbe soggetto alla cosiddetta “tabula rasa”(contemplata in caso di distacco di porzione di territorio dallo Stato) secondo cui la nuova entità non è soggetta ad alcun vincolo internazionale (trattato internazionale) stipulato dal precedente stato di appartenenza.

In questa situazione, passando al secondo ambito, l’Unione Europea non godrebbe più di alcun diritto di pretesa nei suoi confronti e sulla “nuova” Spagna ricadrebbero tutti gli oneri di una crisi da risolvere senza una delle regioni più popolose e produttive della nazione.

A tutta questa, realistica, situazione si lega l’effetto contagio per tutte le altre nazione: qualora la strategia catalana risultasse efficace, la stessa potrebbe essere adottata tranquillamente, con le medesime conseguenze, da altre realtà ora eccessivamente schiacciate dal rigore economico e dall’instabilità di vita.

Rimango solamente diciotto mesi per sapere cosa accadrà in terra e spagnola ed europea ma le premesse, almeno per il momento, fanno presumere una scossa di ampie dimensione.

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